Glyph, rotolando sempre più – Recensione
Chi ha più di qualche primavera sule spalle sicuramente ricorderà Kula World [magari un giorno ne parleremo in un #ricordivideoludici – NdR Isma], particolare platform 3D per PlayStation in cui nei panni di una palla da spiaggia era necessario completare un centinaio abbondante di livelli rotolando di qua e di là. Un qualcosa di decisamente peculiare, noto oggi soprattutto in ambito collezionistico, e in grado di regalare anche più di una soddisfazione sul piano ludico. Un perfetto esempio di come anche un’idea semplice possa rivelarsi valida e, soprattutto, essere in grado di offrire un ottimo livello di sfida. Un qualcosa che in tempi decisamente più recenti ha provato a replicare Glyph, titolo per PC e Nintendo Switch di Bolverk Games che abbiamo avuto modo di provare sulla piccola ibrida nipponica.
Glyph: l’arte del rotolare
Glyph, come avrete capito, è una sorta di platform 3D in cui impersoneremo un piccolo insetto meccanico in grado di appallottolarsi e superare così gli innumerevoli ostacoli di cui è disseminato ogni singolo livello del gioco. Proprio come nel già citato Kula World, insomma, l’obiettivo è anche qui quello di raggiungere l’uscita senza compiere passi falsi. Il tutto recuperando nel frattempo le imprescindibili chiavi necessarie per proseguire.
Non mancano ovviamente neanche altre tipologie di oggetti disseminate nel mondo di Glyph, per la gioia di tutti coloro che amano completare al 100% ogni zona. Le monete, ad esempio, consentono di sbloccare i livelli, le gemme nuove aree e, infine, gli artefatti le immancabili sfide a tempo. Quello di Bolverk Games è a conti fatti un prodotto completo, capace di andare a soddisfare sul piano contenutistico chiunque stesse cercando un’esperienza di tale tipo.
Pure sul piano ludico il tutto funziona più che discretamente, grazie ad un sistema di controllo ben calibrato e in grado di prestarsi a virtuosismi vari. Dopo l’iniziale rodaggio delle meccaniche di gioco – in cui sarà comune inveire a causa di qualche errore di troppo –, il tutto prende infatti un’altra piega. Livello dopo livello il flow del nostro piccolo insetto meccanico diventerà infatti estremamente più fluido, crescendo insieme al giocatore. Una volta presaci la mano, insomma, inanellare salti, planate e quant’altro sarà un vero e proprio piacere. Un qualcosa che raggiunge il suo apice nelle prove a tempo, dove alla maestria del giocatore si coadiuva una sempre maggiore conoscenza del livello, portando i movimenti del nostro piccolo personaggio a sembrare quasi una danza ben orchestrata e precisa.
Tra purificazione e stile grafico
Il tutto è poi costellato anche da un’impalcatura narrativa nel complesso riuscita, capace di coinvolgere il giocatore, senza però mai imporsi nei confronti del vero protagonista di Glyph, ossia il gameplay. Nel titolo di Bolverk Games, infatti, viene raccontata una trama costellata da antiche civiltà, misteriosi templi e, ovviamente, l’immancabile corruzione che tutto attanaglia e tutto distrugge. Nostro compito, ovviamente, è quello di purificare il più possibile, riportando luce dove vi è tenebra. Nulla di trascendentale, appunto, ma comunque un qualcosa in grado di sostenere la componente più prettamente ludica del titolo.
Pienamente azzeccato, infine, l’aspetto artistico del gioco, che strizza l’occhio allo stile minimal e riesce a incarnare alla grande la filosofia di Glyph, la quale vuol mettere – come più volte citato in questo articolo – al centro del villaggio il gameplay vero e proprio. Il tutto, però, senza rinunciare ad una saggia scelta di colori, capace di donare un qualcosa in più all’esperienza.
VOTO: 7,5
CONCLUSIONI
Glyph è un buon gioco, che riesce a colpire decisamente nel segno la piccola nicchia a cui è dedicato. Se la nostalgia di Kula World scorre in voi potente, insomma, l’ultima fatica di Bolverk Games vi saprà regalare più di qualche soddisfazione e un buonissimo livello di sfida. Siete pronti a rotolare di livello in livello?