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Katana Zero: non solo lama nella carne – #riscoperticongamepass

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Su Xbox Game Pass si trovano sorprese continue, sia riguardanti progetti “minori”, come quelli del panorama indie, sia in caso di produzioni di grosso calibro. Ecco perché abbiamo deciso di dar vita alla rubrica #riscoperticongamepass (vi avevo anticipato qualcosa la volta scorsa nel menù indie), proprio per andare alla riscoperta di opere da tenere d’occhio. Katana Zero non è di certo passato inosservato nel suo periodo d’uscita, complice anche un publisher di gran talento come Devolver Digital. Tuttavia, essendo comunque una piccola produzione, sviluppata tra l’altro da una singola persona (con l’aiuto di pochi) che risponde al nome di Justin Stander, è facile che qualcuno se lo sia perso o che non lo abbia ancora giocato (come me fino a pochi giorni fa). Microsoft ha però deciso di averlo nel catalogo del suo servizio in abbonamento (cavallo di battaglia dell’ecosistema Xbox) e dunque i motivi per lasciarselo sfuggire si azzerano totalmente.

Nelle prime battute Katana Zero si mostra come un normale action hack ‘n slash, di natura arcade e trial and error oriented, strizzando persino un po’ l’occhio al celebre Hotline Miami. Non ci vorrà però molto prima che la creatura di Askiisoft sfoggi tutte le sue più grandi potenzialità. E fa quasi strano dirlo per un titolo del genere, ma il comparto narrativo tirato su da Stander ha davvero dell’incredibile, sorpassando addirittura il gameplay stesso. Ritroviamo un racconto diluito con grande eleganza, prendendo pian piano forma; incarico dopo incarico scopriremo sempre più sul protagonista e sul suo passato fatto di droga e traumi. Quest’ultimo è un samurai spietato, pronto ad affondare la sua lama nella carne dei bersagli da annientare. Ad incaricarlo sarà addirittura il suo psicanalista che gli somministra delle medicine per evitare che abbia delle allucinazioni. Non andrò a svelarvi altro, Katana Zero vanta infatti una solida narrativa ed è giusto vivere tutte le emozioni e i colpi di scena in gioco. Anticipo solamente che l’opera si fa forte di dialoghi a scelta multipla con un sistema parecchio particolare, il quale ci consente di rispondere interrompendo l’interlocutore. Abbiamo quindi due soluzioni: interrompere chi ci sta parlando oppure aspettare che questi concluda la frase per poi scegliere una tra le varie risposte che vedremo su schermo.

Katana Zero

Essendo il racconto l’elemento di punta della produzione prima ancora del frenetico ed adrenalinico gameplay, sappiate che Katana Zero sorprende anche da questo punto di vista. La varietà delle sequenze risulterà alquanto imprevedibile e non mancheranno sezioni di gioco davvero peculiari, dirette con una cura impressionante, denotando tutte le rifiniture di uno sviluppo durato sei lunghi anni. Una produzione certosina, senza sbavatura alcuna che saprà intrattenere con gusto, tenendovi incollati davanti allo schermo. Appena avviato sarà infatti difficile spegnere la console, ve lo posso garantire. E questo per due motivi: in primis vi è la curiosità di come tutto si evolva e vada a finire, in quanto le vicende si fanno sempre più interessanti, e in secundis perché da giocare è pura droga; senza mezzi termini. A creare la giusta atmosfera ci pensa poi una colonna sonora straordinaria, dalle sonorità retrofuturistiche che nelle fasi action galvanizza il giocatore con un sottofondo musicale sempre azzeccatissimo e adrenalinico quando serve. La colonna sonora offre però una varietà di temi davvero preziosa, mutando persino genere ove necessario, ricreando talvolta dei contesti quasi dalle tinte noir.

Nel titolo di Justin Stander tutto ruota intorno al trial and error: le fasi d’azione vanno risolte senza farsi colpire, pertanto bisogna agire studiando velocemente tutto quello che si para dinanzi a noi e valutare ogni minima possibilità. Il nostro samurai oltre alla katana può contare su una abilità slow motion per rallentare il tempo, utile soprattutto per deflettere i proiettili sparati e rimandarli al mittente, e può raccogliere svariati oggetti da utilizzare come armi secondarie (solitamente da lancio). La rapidità dei movimenti, la precisione dei controlli e i mini stage mordi e fuggi creano un mix esplosivo di coinvolgimento; un impeto furente che conquista sin da subito, e diverte tantissimo. Come già ribadito poc’anzi, la varietà non manca e avremo modo di imbatterci spesso e volentieri in trovate ludiche sensazionali, vivendo dei momenti davvero memorabili. Ciliegina sulla torta è anche lo stile artistico dal sano retrogusto anni ’80, con i suoi colori e le luci al neon. Un’estetica davvero sopraffina e che brilla in particolari punti piuttosto che in altri, ma che nel complesso garantisce un risultato notevole, nonché un puro piacere audiovisivo.

Katana Zero è una vera e propria perla del panorama indipendente e mi auguro che Xbox Game Pass possa essere un ulteriore modo per darle una chance, poiché il titolo merita e parecchio. Non lasciatevi intimorire dalla mancanza della lingua italiana che avrebbe sì garantito una fruizione ancora più sciolta, ma sarebbe un peccato lasciarsi scappare un prodotto di questa qualità. Il sottoscritto è stato letteralmente rapito dal suo mondo e spero possa accadere lo stesso anche con voi. Sfoderate dunque la vostra katana, se avete sete di sangue. Ancora una volta Devolver Digital ci ha visto giusto. Katana Zero vi aspetta.

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Ismaele "Isma92" Mosca

Appassionato di videogiochi sin da piccolo, al punto tale da portarlo nel tempo a scrivere per circa dieci anni per il settore videoludico. Dopo aver lasciato tutte le testate per le quali scriveva, eccolo intraprendere una nuova avventura sulle pagine di Pushbutton.it, piccola realtà nata dalla sua mente e quella di due grandi compagni di viaggio, nonché cari amici: Gennaro Schiavelli e Antonio Rodo. Retrogamer incallito e musicista, ama la pizza e la cultura nipponica ed è pronto a raccontarvi e condividere tutto quello che gli passa per la testa.