Sifu: la vendetta si fa strada attraverso il Kung Fu – Recensione
Con Sifu, Sloclap confeziona un piccolo capolavoro che strizza l’occhio ai film sulle arti marziali
Con colpevole ritardo ma con l’uscita ormai imminente della versione fisica in arrivo il 3 maggio 2022 su PlayStation 4/5, più il rilascio di diverse patch che ne hanno sensibilmente migliorato l’esperienza (nonché apportato modifiche al livello di difficoltà proposto dal gioco), torno nuovamente a parlarvi di Sifu dopo avervelo mostrato in azione su Twitch i mesi scorsi. Una recensione, questa, che arriva a distanza di qualche mese dalla release, ma che calza a pennello se consideriamo che molti giocatori (me compreso, per certi versi, poiché non avessi ricevuto il codice review avrei comunque aspettato) non hanno ancora messo le mani su questo splendido prodotto sviluppato da Sloclap. Un gioco capace di catturarti sin da subito grazie ad un gameplay davvero accattivante, divertente ed impegnativo come pochi.
Volendo strizzare l’occhio ai classici film d’azione orientali improntati sul Kung Fu, Sifu non poteva che basare tutto il suo concept narrativo sul tema della vendetta. Il nostro giovane alter ego (di cui si potrà inizialmente scegliere il sesso), vedrà difatti morire dinanzi ai propri occhi, per mano di cinque assassini sconosciuti (che hanno invaso il nostro dojo alla ricerca di un misterioso manufatto), il suo maestro nonché mentore Shi-Fu (unica nostra famiglia). In quanto testimoni dell’accaduto e non essendo preparati a dovere, però, verremo uccisi insieme a quest’ultimo, salvo poi risvegliarci improvvisamente grazie al potere magico di un medaglione che portavamo al collo, capace di resuscitarci, donandoci nuova linfa.
Dopo una bella sequenza introduttiva e un addestramento che ci farà da tutorial scopriremo quindi che dalla morte del nostro maestro saranno passati circa otto anni, grazie ai quali saremmo cresciuti e, infine (dopo estenuanti ricerche), venuti a conoscenza dell’identità e della posizione esatta in cui si trovano gli artefici di questo triste fato. Ed è da queste premesse che Sifu si fa strada, attraverso un hub centrale con cui potremo interagire per apprendere le abilità, scegliere gli eventuali livelli da affrontare (cinque in totale) e vendicare la nostra famiglia.
Il titolo di per sé si propone dunque come abbastanza lineare (salvo alcune diramazioni presenti che sono in grado di proporre qualcosa di differente ad un’eventuale seconda run), ma di certo questo non ha rappresentato necessariamente un male durante la mia esperienza, anzi. Proprio per via della linearità dei suoi livelli, Sifu mantiene alto il ritmo e ti costringe a mantenere anche alta la concentrazione, pompandoti in vena tutta l’adrenalina possibile. Completamente incentrato sull’azione dei combattimenti e sulla reazione che ne consegue, proprio per via di un combat system che fa leva sulle parate e le schivate (entrambe da eseguire nella maniera più precisa possibile), il titolo Sloclap saprà darvi filo da torcere, credetemi.
Essere accerchiati dai nemici ed attaccare alla cieca, difatti, si tradurrà il più delle volte in un game over certo, siatene consapevoli. Ponderare bene le combo, analizzare l’ambiente circostante e contrattaccare, quindi, sarà il modo corretto con cui farvi strada a suon di cazzotti. E che goduria quando riuscirete a padroneggiare un sistema di combo dotato di questa profondità; che sulle prime potrà sembrarvi l’ennesimo free-flow-combat ammirato in altre produzioni quali Batman: Arkham, Spider-Man o il più attinente Sleeping Dogs, ma che alla lunga si dimostrerà veramente caratteristico e profondo.
Ovviamente il tutto è legato ad un albero delle abilità con cui poter apprendere nuove mosse, ma che vi suonerà quantomeno atipico, tanto che mi piacerebbe essere lì ad ammirare le vostre facce quando capirete che non tutte quelle apprese saranno permanenti e che per sbloccarle dovrete farvi letteralmente il mazzo. Ma tanto, eh. Difatti questo sistema è strettamente legato alle capacità concesse dal vostro medaglione, in grado sì – come detto poc’anzi – di riportarvi in vita, ma anche di accelerare il vostro processo di invecchiamento, portandovi a morte certa. Ogni volta che morirete, infatti, vi verranno tolti degli anni di vita e con essi una percentuale di salute, elevando ancor più il tasso di difficoltà e riducendo così la vostra possibilità di completamento del gioco. Arrivare al vostro ultimo anno utile significherà arrivare al vostro ultimo tentativo prima di incappare in un eventuale game over, che vi costringerà quindi a rigiocare da capo il livello, ovviamente con l’età con cui vi eravate arrivati principalmente. Esempio: arrivare in età avanzata (tipo sessant’anni) al terzo livello, significherà avere gli altri restanti dieci per completare il titolo.
Un tantino macchinoso forse da spiegare, ma ben integrato e coerente a tutto il contesto ludo-narrativo che non farete fatica ad assimilare. Ed eccovi spiegato dunque il perché alcune delle sopracitate abilità non saranno permanenti, costringendovi di fatto a doverle riapprendere dopo averle disimparate, attraverso l’utilizzo di punti esperienza che potrete spendere all’interno dell’apposito menu. L’eccessiva difficoltà potrebbe insomma scoraggiare molti o incentivarne tanti altri, ma posso garantirvi che grazie alle recenti patch il titolo è ora fruibile da tutti (anche se perde ovviamente un po’ di quella che è la sua personalità).
Personalità che però si ritrova nell’aspetto estetico di Sifu, grazie ad una grafica in cel-shading che ben si sposa con le tematiche del titolo e che caratterizza a dovere tutti i comprimari e gli ambienti di gioco. Forse un po’ di sangue a schermo in più l’avrebbe reso ancora più accattivante, ma poi ci saremmo trovati di fronte, forse, ad un PEGI superiore, ergo, ad un titolo fruibile ai soli maggiorenni (che poi chi le guarda mai ‘ste cose, mi chiedo? Con genitori che comprano GTA ai propri figli senza porsi mai interrogativi). Mah…
Sull’aspetto prettamente tecnico il titolo fa invece il suo senza infamia né lode (almeno su PlayStation 5 e PC), nel senso che non è che vi siano chissà quali texture ad accompagnarci durante il nostro cammino, ma l’importante è che l’azione risulti sempre fluida, non presentando cali di sorta nel frame rate. Forse la telecamera negli spazi più angusti andrebbe ancora oggi rivista, ma è innegabile che essendo incentrato su una regia che ricalca fortemente gli stilemi del genere, qualcosa si sia dovuto pagare. L’importante – come detto – è che l’aspetto estetico unito a quello artistico, sopperiscano a tali, seppur lievi, sbavature. Ma proprio se vogliam essere pignoli, eh. Nulla da dire invece sul comparto sonoro che credo davvero sia stato inserito in maniera perfetta, puntale e con tracce capaci di esaltare alla grande i numerosi e adrenalinici momenti che Sifu ha da offrire.
Vorrei aggiungere tante altre cose in merito all’opera e addentrarmi ancor di più in quella che è la sua filosofia, ma credo che ci sarà ulteriore spazio per parlarne, magari in un nuovo appuntamento live appena verrà resa disponibile la versione retail. Per ora, quindi, non posso far altro che consigliarvi il gioco in questione, che resta di sicuro una tra le migliori produzioni di questo ricco 2022. Forse poco longevo, ma altamente rigiocabile (quantomeno se volete sfidare voi stessi e perfezionarvi nell’antica arte del Kung Fu).
CONCLUSIONI
Overall
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GRAFICA - 8.5/10
8.5/10
-
GAMEPLAY - 9/10
9/10
-
AUDIO - 8.5/10
8.5/10
-
LONGEVITÀ - 7/10
7/10
IN SINTESI
Sifu rappresenta davvero una manna dal cielo in un panorama videoludico come quello odierno, dove tutto tende a standardizzarsi piuttosto rapidamente. Un titolo coraggioso, che seppur dotato di un budget limitato, apparecchia in tavola, attraverso quelle che sono le sue idee, uno dei combat system più avvincenti dell’ultimo periodo e te lo sbatte in faccia con il suo fare punitivo. Un gioco che non dovrebbe mancare assolutamente nella collezione di ogni videogiocatore che si definisce tale, specie se amante delle arti marziali e delle storie di vendetta, e che non dovrebbe scoraggiare nessuno (visto la recente possibilità introdotta di modificarne la difficoltà). Non ora che il titolo è prossimo ad arrivare persino in una bella e ricca versione retail al modico prezzo di 49,90 euro.
“Non vuoi niente. Non credi in niente. Il futuro è il tempo che ti rimane prima di finire un videogioco. Non credi nella vita dopo la morte e hai poca fiducia nella vita in generale. L’unica cosa che sai per certo è che non vuoi le stesse cose dei tuoi genitori.”