Unpacking – Recensione
Sviluppato da Witch Beam e pubblicato da Humble Games, Unpacking è una piacevole storia nel tempo ricca di sfumature, sulla vita di una donna raccontata attraverso “lo spacchettamento”. Un titolo tanto semplice quanto piacevole da giocare.
Un’esperienza unica che vi catturerà già dai primi istanti di gioco e che potete vivere anche grazie all’Xbox Game Pass.
In Unpacking vi avventurerete in un piacevole viaggio nel tempo a partire dal 1997, dove una giovane ragazza è entusiasta di disfare le proprie cose nelle sue nuove stanze; che sia la cameretta di casa dei genitori o la stanza al dormitorio del college. Attraverso gli anni e le fasi della sua vita, disfa le sue stesse cose in posti nuovi, trovando lo spazio per qualsiasi piccolo soprammobile in ogni angolo della stanza.
Il fattore comune è che ognuno di questi luoghi abbia scatole giganti piene di oggetti e soprammobili che devono essere smistati e posizionati in aree diverse. E mentre questa persona non appare mai sullo schermo né dice una parola, finiremo per conoscerla molto bene attraverso i suoi oggetti. Una volta svuotati tutti gli scatoloni, gli oggetti che cominceranno a lampeggiare in rosso andranno spostati dalla posizione attuale e solo quando ognuno verrà riposto in quello che è considerato “posto giusto” sarà possibile avanzare nella storia.
Se devo proprio trovare un difetto in Unpacking lo è appunto questa severità riscontrata nel piazzare gli oggetti nel “posto giusto”. Alcuni di essi devono essere tassativamente riposti in posizioni obbligatorie, anche se stanno meglio su altre. Va sottolineato che comunque questo piccolo problemino non ha alcun impatto sul gioco in generale poiché, fortunatamente, le opzioni di accessibilità di Unpacking sono di grande aiuto. C’è un’opzione che consente di mettere tutto ciò che vogliono dove vogliono senza restrizioni, il che elimina gran parte della frustrazione.
Dal momento che Unpacking ripercorre gli anni a partire dal 1997 e procedendo verso la data odierna, ci sono molti elementi che saranno familiari a coloro che sono cresciuti in questo lasso di tempo. È stato divertente disfare cose possedute e molto amate a quell’età, come un Tamagotchi o un Game Boy. Nel corso degli anni si è assistito all’evoluzione della tecnologia, dai giganteschi monitor per computer agli eleganti laptop e monitor LCD.
I controlli sono semplici e intuitivi, poiché è tutto punta e clicca. L’estetica è assolutamente straordinaria, in pura e semplice pixel art, dove ogni singolo elemento spicca per colori e dettagli, come l’illuminazione e persino l’invecchiamento degli oggetti nel corso degli anni. Per non parlare della musica, con melodie deliziosamente dolci che rendono l’atmosfera così rilassante e così tanto piacevole che sembra di essere in un sogno.
Unpacking può essere completato in circa 3 ore, ma c’è da dire che il titolo ha anche altro da offrire. Ci sono diversi adesivi da sbloccare che possono poi essere posizionati nelle stanze durante la modalità foto del gioco. La suddetta modalità foto offre una serie di filtri e cornici che possono rendere la stanza migliore, sognante, in stile fumetto e altro ancora. C’è anche una funzione “playback” che mostra dall’inizio alla fine come ogni oggetto abbia trovato la sua nuova collocazione: un’esperienza sorprendentemente soddisfacente, specialmente dopo aver meticolosamente trovato la giusta posizione per ogni piccola cosa. C’è così tanto da esplorare in questa produzione apparentemente minuscola.
VOTO: 8,9
CONCLUSIONI
Unpacking è un’esperienza rilassante e divertente. È un gioco dove bisogna sedersi, immergersi nella musica e godersi una storia attraverso il tempo, che regalerà ore di spensieratezza. Provare per credere.
Classe 1977, cittadino romano e giramondo.
Videogiocatore da sempre.