Castlevania Advance Collection – Recensione
Quando si parla dei metroidvania, io sono sempre stato un grande fan della parte “Vania” del genere. Mi piace Metroid, come ad ogni altro essere umano sano di mente su questo pianeta, ma i giochi della serie Castlevania mi hanno sempre affascinato più di ogni altra cosa [Buuh, Metroid è meglio! – NdR Isma]. Ovviamente il mio preferito rimane Simphony of the Night, ma anche i giochi usciti su Game Boy Advance hanno contribuito a consolidare il mio amore per la serie. Al giorno d’oggi, acquistare sul mercato retrogaming questi tre titoli in buone condizioni vi potrebbe costare qualche centinaio di euro, ma ora non è più così. Grazie alla Castlevania Advance Collection possiamo ora giocare a queste gemme anche sulle console più moderne.
La Castlevania Advance Collection è una raccolta realizzata da M2, i migliori del settore quando si tratta di trasferire vecchi giochi su un nuovo hardware. Creano quasi sempre remaster che sono fondamentalmente il modo definitivo di giocare a tali titoli, il tutto aggiungendo tanti contenuti come: concept art, savestate, controlli completamente personalizzabili e così via. In questo caso particolare, hanno anche aggiunto un bestiario e un glossario degli oggetti a ciascuno dei tre giochi principali della raccolta, fornendo essenzialmente una guida. Ciò risulta particolarmente utile in Circle of Moon, poiché evidenzia quali mostri possono rilasciare le carte che vi interessano.
I tre giochi per Game Boy Advance
Il primo dei tre titoli che è provato, andando in ordine cronologico di uscita visto che è datato 2001, è stato Circle of the Moon e devo dire che risulta invecchiato parecchio bene. Nonostante i limiti del GBA, ha una colonna sonora strepitosa, anche perché composta da remix di precedenti capitoli della serie, la stessa che è sempre stata famosa proprio grazie alle sue soundtrack.
Ma quello che amo di più di Circle of the Moon è il suo gameplay. So che molte persone si lamentano della difficoltà di acquisire le carte DSS (Dual Set-up System), le quali danno nuove abilità una volta combinate; ho sempre pensato che l’idea di per sé fosse uno dei migliori sistemi magici implementati in qualsiasi gioco di Castlevania mai uscito. L’inclusione del bestiario e della guida agli oggetti riduce drasticamente il fastidio di raccogliere queste carte.
Passando ad Harmony of Dissonance, rilasciato nel 2002, potrei dire che è il capitolo che meno mi piace della trilogia per Game Boy Advance di Konami, ma questo fa di esso un cattivo metroidvania? Per niente, ma il suo gameplay è molto più lento e goffo sia di Circle of the Moon che di Aria of Sorrow e oltretutto ha per me un grave problema: Harmony of Dissonance è troppo colorato e brillante per essere un Castlevania [te la devi prendere con Nintendo e la maledetta scelta di fare il primo modello di GBA non retroilluminato – NdR Isma]. Inoltre il sistema a due castelli, inserito da Koji Igarashi con l’intento di creare un gioco simile a Symphony of the Night qua non raggiunge lo stesso livello, risultando pure un po’ confusionario.
Per finire, ho lasciato il piatto forte della Castlevania Advance Collection: Aria of Sorrow, pubblicato nel 2003, è considerato da molti il secondo miglior Castlevania mai realizzato fra quelli che adottano lo stile metroidvania, dietro solo all’amato Symphony of the Night, e io concordo pienamente con questa considerazione. La sua storia è assolutamente fantastica, anche se non ha come protagonista un Belmont. Il design del castello è uno dei migliori della serie. È incredibile per essere un gioco GBA, la sua colonna sonora è fantastica e il suo gameplay è tremendamente solido.
Il titolo presenta uno dei sistemi magici più belli presenti nella serie: il protagonista, Soma Cruz, è in grado di assorbire gli spiriti dei nemici caduti, permettendogli essenzialmente di utilizzare le loro abilità in battaglia, con centinaia di mosse e vantaggi diversi disposizione. Questo peculiare sistema è stato utilizzato da Koji Igarashi anche in Bloodstained: Ritual of the Night, per esempio.
Infine, c’è un quarto gioco contenuto in Castlevania Advance Collection: Akumajou Dracula XX. Sì esattamente quello per Super Nintendo. Come mai Konami ha deciso di inserirlo qua? Forse perché non era incluso nella prima collezione Castlevania rilasciata qualche anno fa? Anche se è stato sempre visto come il Chi no Rinne/Rondo of Blood dei poveri, rimane pur sempre un bel gioco, seppur non un metroidvania. Quindi, alla fine, qualsiasi sia la risposta, ben venga l’inclusione nella raccolta.
Pro
- Tre ottimi metroidvania (e una piacevole aggiunta).
- Tante aggiunte da parte di M2, fra cui gli utilissimi bestiari e glossari degli oggetti.
Contro
- Su TV con pannelli molto grandi è praticamente inguardabile.
CONCLUSIONI
Overall
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GRAFICA - 6.5/10
6.5/10
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GAMEPLAY - 9/10
9/10
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AUDIO - 9.5/10
9.5/10
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LONGEVITÀ - 10/10
10/10
IN SINTESI
Adoro assolutamente i giochi contenuti in questa collezione, ma quindi vi chiederete “perché non la hai premiata con un voto altisonante?” Il mio problema è stato l’aver giocato, tramite retrocompatibilità su PS5, su una TV 65 pollici 4K. Su un tipo di pannello simile nessuna delle tre modalità grafiche è risultata piacevole. Per quanto – vista e considerata la mia veneranda età – io ami il retrogaming e la pixel art, giocare a questi titoli con dei pixel talmente enormi da poterli contare uno ad uno e dirne pure l’esatto colore non è stata una bella esperienza; quindi vi sconsiglierei l’acquisto? Assolutamente no, ma tenete conto dello schermo su cui andrete a visualizzare il gioco, se lo giocherete su un televisore più piccolo del mio, magari da un 32 pollici full HD in giù aggiungete pure mezzo punto al voto finale. E, dulcis in fundo, se avete la possibilità di giocarlo su Switch direi pure un punto pieno, visto che giocarli in portabilità su uno schermo più piccolo è quanto di più vicino all’esperienza originale vivibile su Game Boy Advance.