Dungeon Defenders: Awakened – Recensione: il ritorno dello storico tower defense
Negli ultimi anni il panorama dei tower defense non è stato uno dei più rosei in termini di grandi uscite, ad eccezione forse per alcuni del genere, come: Kingdom Rush, Revenge of the Titans, Anomaly e Bloons TD 6, tra cui quest’ultimo è stato il vero protagonista sulla scena per molte settimane. Ora, però, ad aggiungersi nuovamente alla lista ritroviamo, con il suo stile cartoon, Dungeon Defenders: Awakened, il terzo capitolo della serie targata Chromatic Games che dopo la sua prima apparizione nel 2011 ritorna in una versione restaurata è giocabile ovunque ci si trovi sull’ibrida console della grande N, con nuovi ed aggiornati contenuti rispetto a quella uscita su Steam.
Ne sarà valsa la pena aspettare? Scopritelo in questa recensione.
Le cinque leggende
Dungeon Defenders: Awakened, insieme a molti altri titoli del genere, non gode di una grande trama, ma ciò non vuol dire che non abbia qualcosa da raccontare. Difatti l’opera narra delle gesta di un’eroe che accidentalmente, distruggendo uno dei cristalli portanti del suo mondo, dà origine ad una delle invasioni più terrificanti e imponenti mai viste prima.
In soccorso di questa terribile minaccia verranno chiamati cinque eroi il cui compito sarà quello di proteggere dalle orde delle creature gli ultimi cristalli rimasti, in quanto rappresentano l’ultima possibilità di sigillare nuovamente gli invasori.
Di per sé l’opera offre una storia fantasy carina, con tutti i cliché del caso, comprese le classi giocatore che spazieranno tra mago, arciere, guerriero monaco e una quinta che non vi riveleremo.
Un gameplay quasi perfetto
Oltre al racconto, su cui si baseranno tutte le nostre gesta, quello che sicuramente andrà a rendere appagante l’esperienza è il gameplay. Avviato una volta il gioco, ci ritroveremo in una taverna che fungerà da base operativa, ma sarà anche il punto di inizio dalla quale partiremo per andare a proteggere i cristalli.
Come da regola che si rispetti, una volta giunti alla destinazione il titolo ci chiederà se imparare le meccaniche base dell’opera attraverso un tutorial non del tutto perfetto che alla fine ci lascerà apprendere sul campo di battaglia. Superata la prima fase, avremo la scelta del nostro eroe fra le classi elencate; fatto questo ci dedicheremo con attenzione alle meccaniche base del gioco. In questa sezione avremo a disposizione diverse trappole e macchinari che ci serviranno per ostacolare le orde dei nostri nemici, oltre ad una serie di abilità di cui sarà poi disposto il nostro eroe.
Prima di ogni turno ci sarà una fase chiamata Fase di Costruzione dove si deciderà la strategia di gioco sul come posizionare le trappole, le armi di difesa, i macchinari o perfino riparare quelle danneggiate attraverso l’uso di cristalli verdi. A rendere sicuramente ancora molto più appagante l’esperienza è l’utilizzo del nostro eroe, provvisto di una sua fase di costruzione. Questa potrà essere potenziata con ulteriori oggetti che verranno sbloccati con il level up.
Sarà inoltre possibile cambiare il proprio personaggio in qualsiasi momento, permettendo di creare sempre più strumenti e armi per respingere le orde di nemici; con questa struttura di gioco a Dungeon Defenders non gli si può certo dire che non goda di una valida componente strategica. Una volta terminata tutta la prima fase di costruzione, potremo a questo punto cimentarci con il nostro eroe nella fase di combattimento, provvisto anch’esso di un suo gameplay basato su due azioni, una di attacco e di una specifica per classe, oltre ad altre abilità provviste di un sistema di ricarica ogni qualvolta che si utilizzeranno.
Gli scontri avranno inizio in determinati punti all’interno della mappa; spesso capiterà di correre da una parte all’altra per andare a sbarazzarci dei nemici in arrivo, ma solo se decideremo di affrontare l’ondata in singolo. A fine turno non mancheranno le ricompense contenute in un forziere d’oro posizionato vicino al cristallo. Le ricompense non saranno che delle valute per le costruzioni di difese o per l’equipaggiamento stesso del nostro eroe.
I dungeon saranno composti da cinque ondate, giocabili a diverse difficoltà. È chiaro che qualora si decidesse di aumentare la difficoltà, i nemici oltre ad essere numericamente superiori saranno anche molto più difficili da sconfiggere. Aumentando la potenza si avranno poi a fine turno delle ricompense di successo.
Un comparto tecnico non del tutto prestante
Dungeon Defenders: Awakened su Nintendo Switch è un bel vedere; il titolo attraverso il suo stile cartoon appare molto colorato, le ambientazioni e i personaggi sono curati a dovere, cosa che invece non si può dire delle animazioni, specie quelle dei nemici che, una volta comparsi sul campo, si muoveranno a scatti fino a quando non arriveranno dinanzi a noi. Forse in questo caso si sarebbe potuto osare di più, considerando comunque le prestazioni della piccola ibrida.
I comandi invece non appaiono molto intuitivi, tanto che per poterli padroneggiare a dovere dovrete prendervi del tempo prima di diventare degli esperti. Riguardo al comparto sonoro rimane purtroppo abbastanza assente, all’infuori invece delle battaglie dove in quel caso ci fa da accompagnamento con un bellissimo tema.
VOTO: 7,5
CONCLUSIONI
Tutto sommato Dungeon Defenders: Awakenend fa alla fine la sua ottima figura, offrendo molte cose da fare che ne vanno a prolungare l’esperienza, soprattutto se poi lo si gioca in cooperativa online. Se siete alla ricerca di un titolo che possa intrattenere le vostre giornate, allora Dungeon Defenders: Awakened e quello che fa per poi. Un tower defense che potrà sicuramente soddisfarvi, ma soprattutto divertire.
Appassionato di videogiochi e di cinema fin dalla tenera età. Crescendo negli anni ha incominciato studiarli e a comprendere tutto ciò che si cela dietro il processo creativo.