Spacebase: Startopia – Recensione di un titolo stellare
A distanza di 20 lunghissimi anni riscopriamo un grande classico del manageriale stile God Game a tema spaziale, ossia StarTopia nel suo remake/reboot Spacebase: Startopia sviluppato da Realmforge Studios. In quegli anni (intorno al 2001) il genere manageriale, soprattutto per le piattaforme PC, spopolava tra i giovani videogiocatori di tutto il mondo, basti pensare alle numerose opere dei ragazzi di Frontier come le serie Roller Coaster Tycoon o Zoo Tycoon, senza dimenticarci della miriade di RTS strategico/manageriali usciti dalla fine degli anni novanta.
StarTopia fu un’innovazione all’epoca, non solo per la sua tematica distopica, includendo il tema spaziale nel mondo delle esperienze di tipo gestionale, ma anche nell’includere meccaniche RTS che fino ad all’ora venivano prese in considerazione solamente da titoli specifici e mai accostate ad altri generi. StarTopia non è mai stato un titolo per le masse, ma ha saputo farsi apprezzare da un pubblico che, seppur di nicchia, si è affezionato al brand a tal punto da supportarlo nonostante l’improvviso abbandono e la sparizione totale dai radar di eventuali seguiti.
Connubio di generi e meccaniche a parte, l’originale StarTopia ha sfruttato la varietà e la progressione graduale come vero e proprio punto di forza su cui basare le proprie meccaniche e includere il giocatore nell’esperienza. Andiamo quindi a vedere se il nuovo titolo è stato all’altezza delle nostre aspettative.
Un universo di possibilità
Come accadde nel precedente gioco, anche qui dovremmo occuparci di gestire una base spaziale in orbita nell’universo; una sorta di resort stellare nello spazio aperto e punto di riferimento per ogni viaggiatore alieno che voglia riposarsi o intrattenersi. Il nostro dovere, quindi, è quello di costruire strutture, tenerle pulite e funzionanti in maniera tale che i nostri ospiti rimangano felici di passare il loro tempo nella nostra base.
Naturalmente costruire non basterà a soddisfare tutte le esigenze dei nostri visitatori, sarà infatti nostro dovere investire sul personale assumendo determinate razze aliene specializzate in mansioni ben precise per tenere attive le strutture che adorneranno la nostra base. Soddisfare tutti i bisogni ci aiuterà inoltre a rendere famosa la nostra Spacebase e di conseguenza attirare ancora più clientela al suo interno; dovremo infatti monitorare anche tutta l’attività social dei nostri visitatori per capire come e dove migliorare ulteriormente.
La base spaziale, come detto prima, è di forma circolare e basata su tre differenti piani: Il primo sull’alloggiamento dei visitatori e la manutenzione oltre che al mero mantenimento ed alimentazione della base attraverso lo stoccaggio delle materie prime ed i rifornimenti energetici, il secondo adibito al puro divertimento ed intrattenimento per soddisfare anche il fabbisogno della clientela più esigente, mentre per il terzo ed ultimo piano si tratta di un luogo naturale di relax contenente diversi biomi completamente personalizzabili, dove i nostri clienti potranno rilassarsi in totale serenità.
Come se non bastassero le meccaniche gestionali a renderci la vita complicata, dovremmo occuparci anche della difesa della nostra base. Lo spazio è sconfinato e non è difficile imbattersi in pirati spaziali e criminali interstellari, dunque è fondamentale prepararsi ad ogni eventualità Spacebase: Startopia ci offra, in maniera tale da non farci trovare mai impreparati di fronte al pericolo. Il giocatore dovrà quindi muoversi strategicamente all’interno del gioco per arrestare o contrastare ogni aggressore che saboterà il quartier generale e metterà a repentaglio i visitatori. Il “multigenere” è un po’ la benzina del titolo, riuscendo ad offrire una libertà sconfinata al fruitore.
L’approdo alla base spaziale
Rispetto al titolo originale viene mantenuta una coerenza generica, una sorta di anello di congiunzione di meccaniche simili che accomuna i due giochi. Bisogna però effettuare un’analisi più approfondita per chiarire che di differenze sostanziali ce ne siano davvero in quantità, prima tra tutte la veste grafica molto più soft e “cartoonesca”, nulla a che vedere con la “spinta” ed a volte esplicita grafica del passato. I comandi su PlayStation 5 (la versione su cui abbiamo testato il titolo) sono estremamente scomodi; siamo ben consapevoli che le console non sono di certo le piattaforme di riferimento per i gestionali, ma a nostro parere, se la decisione era quella di investire risorse per la pubblicazione anche sul mercato console, si poteva fare più attenzione e quindi raffinare ed ottimizzare i comandi attraverso pad tanto quanto mouse e tastiera. Nonostante tutto, però, Spacebase: Startopia rimane decisamente più intuitivo rispetto ai competitor su piattaforma console.
La componente multigiocatore offre un’esperienza inedita e sinceramente parecchio divertente. In questa modalità i gestori delle basi spaziali potranno competitivamente gareggiare per chi sia il miglior direttore di Spacebase. I giocatori potranno scaricare rifiuti e sabotaggi per mettere in difficoltà l’avanzamento degli altri e, naturalmente, trionfare sull’intera galassia.
VOTO: 7,5
CONCLUSIONI
Spacebase: Startopia è un titolo completo e complesso, capace comunque di divertire anche chi è meno affine con il genere gestionale o strategico. Rimane molto soddisfacente vedere crescere la nostra base spaziale poco a poco, popolandosi di creature buffe e goffe mentre la nostra fantasia vaga perdendosi nello scrutare ogni peculiarità di ogni visitatore o dipendente. L’ironia in questo titolo è sovrana e dobbiamo ammettere che più di una volta ha saputo strapparci qualche grassa risata. Spacebase: Startopia è un titolo consigliatissimo per ogni età e persino a chi non si è mai avvicinato al genere manageriale/strategico.
È un collezionista letteralmente ossessionato dai videogames. Il suo obiettivo è diventare un po’ l’Alberto Angela e un po’ la Chiara Ferragni del mondo videoludico. Sogna in futuro di combinare il lavoro di giornalista e divulgatore a quello di sviluppatore.