Marvel’s Spider-Man: Miles Morales – Recensione
Spider-Man Miles Morales approda su PS5 e PS4, ecco il nostro verdetto!
A dare il benvenuto ai fortunati giocatori in possesso di una PlayStation 5 è stato Marvel’s Spider-Man: Miles Morales, un’espansione stand-alone a là Uncharted: L’Eredità Perduta che, insieme alle altre esclusive, ha composto il lancio della nuova ammiraglia Sony.
Al partner del famigerato amico di quartiere è quindi toccata un’esperienza sicuramente minore se paragonata al gioco base, ma non per questo priva di carattere e meritevole di essere spolpata.
Ancor prima di addentrarmi in quelli che sono gli elementi che vanno a comporre il gioco, però, mi preme evidenziare quanto l’eccezionale comparto grafico abbia arricchito l’esperienza. Esattamente come successo nel 2018 con l’uscita del gioco principale, Miles Morales, grazie ad una sequenza d’inseguimento al cardiopalma, stupefacente nella messinscena e uscita direttamente da Hollywood, stupisce già nei primi minuti. A questo punto è stato davvero facile cadere in una riflessione che riguardasse Sony e i suoi team interni, proprio perché nel corso degli anni siamo stati abituati ad avventure di questo stampo, tanto da farne un vero e proprio marchio di fabbrica del monolite nero, ormai sbiancato (?). I giochi PlayStation, infatti, sono perlopiù composti da elementi cinematografici e da un focus prepotente sulla componente narrativa, e in questo il nuovo Spider-Man non fa alcuna eccezione, ma anzi porta avanti una filosofia di sviluppo che affonda le sue radici alla fine degli anni 90′, periodo nel quale si affacciava sul mercato uno dei più grandi capolavori di Hideo Kojima: Metal Gear Solid.
Una città per Miles Morales
Spider-Man: Miles Morales è strettamente collegato al gioco base, al punto che se non l’avete mai portato al termine farete un po’ di fatica ad approcciarvi alla narrazione. Non sarebbe male conoscere anche l’universo cinematografico e aver letto qualche fumetto, ma ai fini dell’esperienza è parecchio accessorio averlo fatto; portando al termine l’avventura di Peter Parker avrete già tutti gli strumenti necessari. Sony e Insomniac Games, tuttavia, non sono di certo ignari al problema e hanno ovviato in due modi: rilasciando sugli store fisici e non un’edizione che comprenda anche il gioco base in versione rimasterizzata e inserendo un filmato riassuntivo a inizio gioco così che tutti abbiano le informazioni necessarie per avanzare.
Superato questo primo scoglio, in verità parecchio semplice da scavalcare, ad attenderci ci sarà un’avventura che, pur non risparmiandosi affatto, fatica a fare centro. Intendiamoci, che si sarebbe posizionata qualche gradino più in basso lo sapevamo già (rispetto all’avventura principale), lo stesso succede al citato Uncharted: L’Eredità Perduta, ma dalla narrazione era forse lecito aspettarsi qualcosina in più.
Si comincia con un pretesto narrativo abbastanza semplice: Peter, il vero Spider-Man, va in vacanza e spetta a Miles Morales occuparsi della città. Il problema è che proprio in quel periodo un gruppo malintenzionato di cui non faremo accenno ha in mente di costruire un’arma che potrebbe seriamente mettere in ginocchio Manhattan. Un colpo di scena dopo l’altro – parecchio abusati e ridondanti – ci accompagnerà fino alla fine, giungendo ai titoli di coda con un po’ di amaro in bocca dovuto principalmente a due motivi: la scarsa durata e una sceneggiatura a tratti abbozzata e ben lontana dal fenomenale Spider-Man del 2018.
Ispezionando più a fondo il malcontento generato, ho scoperto che avrei gradito un cast più sfaccettato, almeno nelle figure chiavi del racconto. Ritornando nuovamente a citare lo spin-off/sequel di Uncharted 4, eccezionale nel cast e rinunciatario solo per quanto concerne il villain, appare ancora più chiaro quanto una cura maggiore nella struttura dei personaggi avrebbe aiutato un po’ di più questo nuovo Spider-Man, anche perché Miles non è affatto male e riesce ad allontanarsi un po’ dai canoni di Peter, ma i comprimari hanno un carattere a malapena accennato.
Oggigiorno, purtroppo, è sempre cosa buona e giusta fare delle precisazioni e ribadire alcuni concetti affinché siano chiari al lettore: nonostante vi stia dicendo di aver gradito poco la narrazione di questo gioco, lungi da me sconsigliarvelo e affossarlo. Malgrado i già citati problemi, come ribadito in apertura un carattere e la volontà di contraddistinguersi ci sono, e lo si evince da molte cutscene di gioco e da uno stile musicale tutto nuovo, il quale, insieme ad alcune nuove dinamiche social, costruiscono attorno a questo personaggio uno spirito più fresco, diverso da quello di Peter (fortunatamente mancano anche le sue battute).
Venom!
Il gameplay è invece esattamente lo stesso: Insomniac Games ha ripreso la struttura dell’originale e ci ha cucito addosso i poteri Venom, capaci di donare molta forza al protagonista e alcune sfiziose aggiunte inedite.
A partire dallo scheletro di gioco, ci si confronta nuovamente con una gestione dei movimenti già apprezzata in precedenza e ancora in grado di dire la sua: girare per i grattacieli di Manhattan è semplicemente meraviglioso, al punto che persino le attività più banali diventano piacevoli da portare al termine, nonostante l’open world non si discosti affatto da quello mostrato nel 2018, a suo tempo già parecchio vetusto. Questo perché le attività che troverete all’interno della mappa sono perlopiù terziare, pensate per essere completate tra un giretto e l’altro verso la prossima missione. Fortunatamente, però, gli intenti della produzione sono altri: la città è semplicemente uno sfondo all’interno del quale sono ambientate le vicende di Miles (proprio come i primi due Mafia o L.A. Noire), e ovviamente anche un notevole parco giochi in grado di esaltare ad ogni svolazzata.
Neve e nuovi poteri
Interessante come, a differenza di due anni fa, il giocatore dovrà confrontarsi con una Manhattan completamente innevata, in pieno Natale. Un escamotage sicuramente molto furbo, che evita lo sbattimento necessario per inscenare da zero una nuova location, ma che in realtà ha funzionato alla grande.
Per quanto riguarda il combattimento, invece, dicevamo che la fanno da padrone i nuovi poteri Venom; non solo garantiscono un diverso approccio al combattimento, ma anche alcune piccole sequenze puzzle. Nulla di eclatante, sia chiaro, ma tanto basta per variare la formula e riprendere fiato, per poi tornare nuovamente a menare le mani.
Concludendo, Il sistema legato ai costumi e ai potenziamenti è rimasto il medesimo; segnaliamo solamente la presenza di alcune attività tutorial che sbloccano alcuni bonus unici, a patto di riuscire a completare gli incarichi di Peter.
Spider-Man: la remastered
L’edizione da noi testata, disponibile sugli store a 79,99 euro, comprende anche l’avventura di Peter in versione rimasterizzata, capace di dare ancora lustro ad un gioco con due anni sulle spalle. Ed è infatti proprio il caso di dirlo: nonostante le polemiche legate al cambio di volto, a nostro avviso per avvicinare l’eroe al giovane Tom Holland, quella che ci siamo ritrovati per le mani è un’esperienza per nulla invecchiata, con texture, effetti e riflessi all’ultimo grido. Lo stesso vale anche per Miles Morales, ovviamente; crediamo infatti che l’idea fosse quella di avvicinare quanto più possibile le due esperienze, ed effettivamente così è stato: passare da un gioco all’altro non vi farà avvertire nessun cambio nella resa generale, solo una soleggiata Manhattan da una parte e una innevata dall’altra. Da segnalare inoltre la presenza di varie modalità di rendering, che vanno dal 4K nativo con tecnologia RTX, ai 60 fps granitici con o senza RTX (abbassando l’output video, ovviamente).
Accantonando il discorso tecnico, l’avventura di Peter impressiona anche per la narrazione, assolutamente più sfaccettata rispetto a quella del giovane Miles, a partire dalla relazione amorosa con Mary Jane Watson, il rapporto materno con Zia May e la vita lavorativa con cui bisogna fare i conti tutti i giorni. Insomma, senza ombra di dubbio è un gioco ben più riuscito, infatti consigliamo di prendere in considerazione specialmente l’edizione completa, piuttosto che la sola avventura stand-alone, ma a voi la scelta.
VOTO: 8
CONCLUSIONI
Miles Morales approda sulle console Sony con un’avventura variata il giusto, ma purtroppo un po’ infelice a livello narrativo. A titoli di questo tipo non chiedo una narrazione di primo livello e un intreccio chissà quanto complesso, ma un cast principale vario e da ricordare per qualche motivo, sì. L’effetto Uncharted, per intenderci: storie semplici, ma grandi personaggi; alcuni addirittura memorabili. Così non non è, e in tutta onesta molti di voi – probabilmente – non ci faranno caso, questo perché dipende anche dai valori che ognuno di noi cerca in un’esperienza: se volete un gioco scanzonato nel quale menare le mani lasciandosi travolgere da un comparto grafico pazzesco, vi sembrerà tutto al posto giusto; se però cercate un minimo di attenzione nella costruzione del racconto, piuttosto che rimandarvi ad altro, vi consiglio di dare una chance all’avventura di Peter e di prendere in considerazione l’acquisto della versione Ultimate, anche perché 60,00€ per le sole 6 ore di gioco necessarie per terminare Miles Morale sono veramente troppi.
Appassionato di videogiochi sin dalla tenera età. Ha sempre avuto un occhio di riguardo verso i titoli fortemente story driven e tra i suoi giochi preferiti ci sono assolutamente la saga di Metal Gear Solid e The Last of Us.