Console NintendoGiochiIn EvidenzaPC GamesRecensioni

Super Meat Boy Forever – Recensione

Condividi la tua esperienza, grazie

0
(0)
L’esempio perfetto di come non fare un sequel

Attendevo davvero con ansia spasmodica Super Meat Boy Forever, il sequel di quella piccola perla creata da Edmund McMillen e rilasciata originariamente in esclusiva Xbox 360 nel 2010. Io però Super Meat Boy l’ho recuperato soltanto più tardi su Nintendo Switch e mi è piaciuto talmente tanto che non vedevo l’ora di mettere le mie manacce sul seguito. Dopo più di un rinvio, ieri è finalmente approdato sugli store digitali di Nintendo Switch ed Epic Games, e arriverà sulle altre piattaforme nel corso del 2021, dispositivi mobile compresi. Già questo potrebbe mettere in guardia il potenziale interessato sull’eventuale acquisto: come può un platform hardcore (definito addirittura come masocore) con i suoi ritmi, la sua precisione e difficoltà estrema essere fruibile su uno smartphone? Bella domanda… che però io non mi sono posto poiché avevo completamente rimosso dalla mente il rilascio per Android e iOS di Super Meat Boy Forever. Mi ero persino dimenticato di un commento che accennava al fatto che si sarebbe trattato di un platform automatico nello stile degli endless runner. Sì, avete letto bene. Nelle intenzioni di Team Meat questo doveva essere il sequel più accessibile che manteneva al contempo tutti gli elementi del predecessore; peccato che così facendo abbiano completamente stravolto l’essenza più pura della creatura di McMillen, non coinvolto infatti nello sviluppo avendo lasciato lo studio anni or sono per dedicarsi ai notevoli The End is Nigh e The Binding of Isaac. Non si capisce dunque cosa sia passato nella capoccia di Tommy Refenes che oltre a snaturare la filosofia del brand ha anche dato vita ad un prodotto di qualità parecchio discutibile.

Il problema di Super Meat Boy Forever non consiste soltanto nel rinnegamento dei suoi stessi stilemi; è proprio un gioco scarso e privo di mordente. Riesce di tanto in tanto a divertire con qualche idea carina e per alcune trovate interessanti, ma nel complesso risulta un lavoro poco ispirato, sprovvisto del guizzo creativo che aveva caratterizzato il suo predecessore. D’altronde quanto può essere divertente un platform super difficile senza avere il controllo sul personaggio se non per salti e pugni/calci? Ma soprattutto, quanto è alta la probabilità di mandare tutto alle ortiche in termini di bilanciamento e trial and error con questa struttura? Vi rispondo io: è altissima. Super Meat Boy Forever è uno dei titoli con la componente muori-ripeti più brutta che abbia mai visto. Nel 90% dei casi bisogna morire diverse volte per capire come superare un segmento; in altre occasioni bisogna addirittura andare a tentativi poiché spesso è richiesta una precisione millimetrica che senza il controllo totale del personaggio risulta improponibile. Curioso che nonostante ciò in certi punti in particolare Super Meat Boy Forever risulti persino poco intuitivo.

Super Meat Boy Forever

Mi è capitato infatti di venire inghiottito da un nemico e morire in continuazione perché non riuscivo a capire come superarlo senza essere ingurgitato, finché dopo vari tentativi non ho scoperto che dovevo colpirlo dall’interno con pugni ripetuti. Tutto bello, ma non c’è nulla in termini di game design che te lo faccia intuire. Qualcuno potrà obiettare che la caratteristica dei colpi ripetuti il giocatore l’abbia appresa nella boss battle del primo mondo, e siamo tutti d’accordo. Ciononostante era per un motivo ben diverso, pertanto è altamente improbabile che il giocatore faccia tesoro di quell’insegnamento per superare il nemico in questa precisa circostanza. I boss poi sono uno più penoso dell’altro; forse giusto la primissima battaglia si salva che stando alla formula di questo capitolo risulta comunque funzionale. Le successive sono invece una più brutta dell’altra; sprovviste di carisma, inventiva e incentrate solo sulla frustrazione più totale. Questo succede perché un errore diventa fatale visto che il personaggio si muove in automatico e non si ha il tempo di reazione sufficiente per rimediare allo sbaglio. Contro il boss finale si è costretti a non sbagliare nulla poiché ogni azione va compiuta al millesimo di millimetro; tradotto significa che dovete crepare più volte cercando di arrivare sempre un pochino più avanti finché non avrete imparato a memoria tutta la battaglia. Ah, scuola di game design, mi dicono.

Insomma, parliamo di un titolo nel quale si va avanti il più delle volte a tentativi, mal bilanciato e addirittura frustrante nei livelli più complicati. Come nel prequel anche qui troviamo infatti il mondo oscuro con le sue varianti più difficili. Alcuni stage sono un vero scempio, senza identità e incentrati solo su una presunta sfida che alla fine della fiera non esiste. Non me ne frega niente della soddisfazione personale di superare mille ostacoli alla massima velocità e con ritmi da capogiro se non vi è reale creatività a rendere originale quel level design, quell’idea. E il bello sapete qual è? Super Meat Boy Forever ha livelli generati proceduralmente. Prima di iniziare l’avventura il gioco fa selezionare una sorta di generatore di mondi e questi sono in grado di modificare i vari stage, differenziandoli dalle altre partite. Tuttavia io sono del parere che la proceduralità sia la morte dei platform, specie se concepiti per essere intricati e proibitivi come questo. Super Meat Boy riusciva a distinguersi dagli altri prodotti del genere, soprattutto ai tempi, proprio per la sua velocità di esecuzione, il ritmo al cardiopalma, la rapidità dei movimenti, un level design sempre brillante e per i molteplici segreti presenti ovunque; tutto ciò rendeva l’esperienza a dir poco sublime. Ogni personaggio sbloccato aveva inoltre delle caratteristiche uniche che cambiavano gli approcci al gameplay, mentre in Forever si rivelano solo delle mere e semplici skin (perlomeno stando a quelli che sono riuscito a sbloccare finora).

Super Meat Boy Forever

Anche in termini di pura longevità il nuovo Super Meat Boy non fa gridare al miracolo. Sarebbe stato molto meglio rinunciare a quella stupida proceduralità e realizzare più livelli fatti e finiti. Saranno anche più lunghi, ma è pur sempre un fattore relativo in quanto è tutto automatico, quindi bene o male si impiega il medesimo tempo del prequel per portarne a termine uno (eccezion fatta per i primissimi che nel predecessore si superavano in pochi secondi). Ritroviamo quindi sei livelli più il boss contro i venti del capitolo precedente (senza contare i livelli segreti quali warp e glitch). Sei mondi contro i sette del primo. Ci sono anche qui i collezionabili, ma poca roba in sostanza. Insomma, tanto basta per farvi capire la differenza in termini di contenuti. Considerando pure i livelli dark, in Super Meat Boy ritroviamo in ogni mondo 40 stage contro i 12 di Forever. Seppur vero che la quantità non faccia necessariamente la qualità, in questo caso c’è molta più originalità nel titolo provvisto di più aree. Volendo usare uno schema matematico, la creatività sarà sempre maggiore rispetto alla proceduralità e i due giochi presi in esame ne sono la chiara dimostrazione.

Sono rimasto davvero amareggiato nel vedere il sequel di un’opera tanto deliziosa trattato in maniera così scarsa. Una delusione continua che si conclude fortunatamente in una manciata d’ore, in modo tale che la sofferenza sia meno duratura. Per fortuna ci sono degli elementi che si salvano come ad esempio i filmati animati veramente molto belli, le citazioni ad altri videogiochi (anche se qui in minor numero) e qualche trovata avvincente che riesce a riportare un pizzico di entusiasmo, sebbene venga distrutto poi subito dopo con l’ennesima cavolata di turno. Non da meno la soundtrack che mantiene le sue distintive sonorità rockeggianti e metal, aggiungendo pure dei guizzi di corale epica notevole, la quale fa rimpiangere moltissimo che il titolo sia stato rilasciato in queste condizioni. Super Meat Boy Forever è grazioso sotto il profilo artistico, seppur ritrovi nella pixel art del primo quel senso di “sporco” che riusciva ad imprimere uno stile decisamente unico all’avventura del pezzo di carne saltellante. I personaggi sono sempre molto spassosi e qui ritroviamo pure la figlia di Meat Boy e Bandage Girl, ovvero Nugget, la quale viene rapita dal temibile e spietato Dr. Fetus, tornato anche in questo episodio per i suoi piani malvagi. All’umorismo demenziale Refenes ha cercato di aggiungere un po’ di sano impatto emotivo che ho trovato in larga parte riuscito. Un po’ meno la comicità che pur mantenendosi su solidi livelli non riesce a raggiungere la brillantezza di Super Meat Boy. Questi sono gli unici motivi per cui il voto è un po’ più alto, ma ciò non basta se in questo mix di elementi riusciti manca quello fondamentale: il gioco.

Facebook Comments

Quanto ti piace questo Articolo?

Fai clic su una coppa per votarla!

Voto medio 0 / 5. Conteggio voti: 0

Nessun voto finora! Sii il primo a votare questo post.

As you found this post useful...

Follow us on social media!

CONCLUSIONI
Overall
4.5/10
4.5/10
  • GRAFICA - 7/10
    7/10
  • GAMEPLAY - 3/10
    3/10
  • AUDIO - 7/10
    7/10
  • LONGEVITÀ - 4/10
    4/10

IN SINTESI

Super Meat Boy Forever si è rivelato una delusione sotto ogni punto di vista, parlando del gameplay. Distrugge quanto di buono fatto con l’originale per proporre qualcosa di più accessibile, ma senza un briciolo di identità. Talvolta funziona pure ed è capace di strappare un sorriso, ma nel complesso ritroviamo un prodotto che si finisce in poche ore (gli extra non sproneranno a giocarlo di più) e a tentativi, senza un reale bilanciamento della difficoltà, sprovvisto di un tasso di sfida puro e mancante di quei guizzi creativi che fanno la differenza nei platform. Non mancano infatti molte sezioni calibrate proprio male, qualche bug stupido e molteplici problemi di natura ludica. Un esponente del genere in chiave masocore non può funzionare nello stile endless runner; non così, e il nuovo capitolo del ragazzo di carne lo dimostra. Si salvano giusto gli aspetti tecnici dell’opera, ma quello che manca è un gioco vero. Ne approfitto inoltre per criticare anche la comunicazione, in quanto nemmeno nella scheda del prodotto sullo store si fa menzione al cambiamento drastico del gameplay (e i trailer non aiutano a capire), per cui prevedo molti fan delusi e con i forconi in mano. Perciò statene alla larga finché siete in tempo e risparmiateveli questi sedici euro. Piuttosto investiteli con quattro in più per quel gioiello di Hades che ora trovate pure in sconto. E se volete un sequel di Super Meat Boy, beh… ripiegate su The End is Nigh di Edmund McMillen. Senza di lui il Team Meat può darsi tranquillamente all’ippica se i loro prossimi lavori devono essere pessimi come questo. Tanta amarezza per la distruzione di un brand con così tanto potenziale. Dopo dieci lunghi anni è inammissibile combinare un disastro simile. Non ci resta che confidare in un ritorno alle origini con un eventuale capitolo futuro; ammesso venga realizzato.


Condividi la tua esperienza, grazie

Ismaele "Isma92" Mosca

Appassionato di videogiochi sin da piccolo, al punto tale da portarlo nel tempo a scrivere per circa dieci anni per il settore videoludico. Dopo aver lasciato tutte le testate per le quali scriveva, eccolo intraprendere una nuova avventura sulle pagine di Pushbutton.it, piccola realtà nata dalla sua mente e quella di due grandi compagni di viaggio, nonché cari amici: Gennaro Schiavelli e Antonio Rodo. Retrogamer incallito e musicista, ama la pizza e la cultura nipponica ed è pronto a raccontarvi e condividere tutto quello che gli passa per la testa.