Myst VR: un’avventura in realtà virtuale – Recensione
Facile pensare alla next-gen come a un mucchio di poligoni in più; semplice far scorrere il pensiero a dettagli più rifiniti e animazioni più fluide quando si fantastica sul futuro del gaming. Quello che non si fa in questi casi è però il cambiare dominio, il cercare tale innovazione in una strada completamente diversa. Una strada che, molto probabilmente, esiste già e altrettanto probabilmente conoscerete pure. Tale nuova frontiera prende infatti il nome di VR o realtà virtuale che dir si voglia. Si tratta di un mondo che negli ultimi anni ha fatto incredibili passi in avanti. Dal richiedere investimenti radenti i tre zeri e l’installazione di scomodi e articolati impianti, oggi è difatti possibile immergersi in tale universo con una cifra quasi irrisoria: parliamo di 350,00€ per il nuovo Oculus Quest 2. Per meglio farvi comprendere la bontà di questa tecnologia, e gli incredibili orizzonti che è in grado di aprire, oggi vi vogliamo parlare di Myst.
Esatto, proprio quel Myst, quello che nell’ormai giurassico 1993 ci aveva fatto immergere in un’isola colma di enigmi, in un’antesignana versione del tanto acclamato The Witness. Ma cosa centrerà mai un titolo così vecchio, per quanto valido, con una modalità di gioco presente sul mercato da giusto una manciata d’anni? Il motivo è presto detto e risiede nel rilascio in questi giorni di una versione apposita per VR del classico di Cyan. Quando ci è stata data l’occasione di reimmergerci nuovamente nel criptico atollo, non abbiamo ovviamente potuto tirarci indietro.
Ritorno al futuro
Installato il titolo, la magia! Ripetere in VR i passi che avevamo fatto decine di anni or sono su un vecchio tubo catodico è un’esperienza sconvolgente; un qualcosa per cui avremmo ai tempi pagato oro. Poter vedere dal vivo il molo che ci accoglie nei primi istanti di gioco è un tuffo nel passato, ma con una tecnologia rivolta al futuro. Il poter toccare le leve, il poter correre in giro in totale libertà è un qualcosa di incredibile per chiunque abbia potuto provare il titolo originale; un qualcosa in grado di lasciare letteralmente a bocca aperta.
Girare per l’isola, risolvere enigmi, riproposti paro paro all’originale, è quindi un viaggio memorabile e la giusta dimostrazione di quelle che sono le potenzialità della realtà virtuale. Vi sfidiamo a non rimanere estasiati dinnanzi a qualche dilemma che avevate impresso nella memoria e ritrovarvelo ora davanti, interagibile, in un modo completamente nuovo. Spiegare a parole il divario che è in grado di generare la VR è davvero difficile: se ne avete la possibilità, fidatevi di noi e provatela di persona. Solo in tal modo potrete capire quanto è pregna d’innovazione tale tecnologia.
Myst: un titolo che pare nato su VR
Se siete già degli assidui utilizzatori della realtà virtuale, Myst in sé è un’esperienza valida? Sì, anche se qualche dubbio è comunque presente. Graficamente, ma girando nativamente su Quest e non dovendo passare prima su PC ciò si poteva immaginare, il titolo non è proprio il massimo; anche l’interazione ambientale è limitata a pochi item e poco più. Il che da una parte non è un male, in quanto ci verrà evitato di intestardirci su oggetti inutili per gli enigmi, ma d’altro canto l’immedesimazione un po’ ne risente.
Per chi ama l’avventura e non ne ha mai abbastanza di immergersi in nuovi mondi, Myst è invece un titolo consigliato, che saprà rapirvi in un grande classico del videogioco. Se avete già giocato l’originale, infine, i dubbi sono decisamente pochi: correte a prendere il portafoglio e preparate a stupirvi, travolti da un fiume di ricordi.
VOTO: 7,8
CONCLUSIONI
Sebbene sia un titolo del 1993, Myst sembra essere nato per essere fruito su VR. Svelare i misteri della celebre isola misteriosa in realtà virtuale è infatti un’esperienza riuscita. Al netto di qualche fisiologica incertezza tecnica, Myst è un’opera assolutamente consigliata per gli amanti delle avventure e del mistero.