Xuan-Yuan Sword VII – Recensione di un fantasy cinese
Xuan-Yuan Sword VII arriva in occidente con un capitolo in grado di sorprendervi a più riprese
E tra le sorprese videoludiche di questo 2020 ci finisce di diritto Xuan-Yuan Sword VII, titolo che per importanza storica (in Cina) equivale ad un Final Fantasy o Dragon Quest (in Giappone). Una serie attiva in patria sin dal 1990 che vanta numerosi adattamenti quali serie TV, anime, e molti altri vari spin-off. Da sempre proposto con la formula dei combattimenti a turni, con l’arrivo del sesto episodio anche in Occidente, si è deciso di virare verso un gameplay diverso (più immediato), ricalcando quello che abbiamo potuto vedere negli ultimi anni all’interno di molti action RPG e che ritroviamo quindi anche in questo suo seguito.
Rilasciato il 29 ottobre su Steam e in arrivo nei prossimi mesi anche su PlayStation 4 (salvo in Asia in cui dovrebbe già essere disponibile), il titolo ha catturato sin da subito la mia curiosità; vuoi per la caratteristica ambientazione, vuoi perché da accanito fruitore di drama non potevo perdere un’occasione simile. La trama infatti vira sì verso il fantasy e la mitologia cinese, ma introduce al suo interno temi come: complotti, politica, morte, amore e determinazione. Tutte quelle caratteristiche tipiche di una serie cinese, coreana o giapponese che sia, fatta di ritmi blandi inizialmente, ma in grado di crescere mano a mano che si prosegue con la visione, imbastendo intrecci narrativi di alto valore.
Fantasy – drama
Come dicevo poc’anzi, quindi, Xuan-Yuan Sword VII si presenta come un fantasy dalle diverse sfumature e riesce a coinvolgere sin da subito grazie alla sua essenza, assistendo sin da subito ad un quantitativo piuttosto numeroso di cutscene volte a spiegarne gli eventi. Taishi Zhao è il protagonista di questo nuovo episodio che, scampato alla distruzione del maniero della sua famiglia da bambino insieme alla sua sorellina (datagli in custodia dalla sua stessa madre), dovrà prendersi cura di quest’ultima, ormai malata da tempo. Per tirare avanti e guadagnare qualcosa, oltre che per garantire le cure della propria sorella, Taishi ricoprirà il ruolo di cacciatore volto ad eliminare le creature che infestano le zone limitrofe del suo villaggio.
Dopo aver udito e appreso la notizia di uno strano terremoto verificatosi nella foresta, il cacciatore darà man forte alle truppe reali, con l’intenzione di venire a capo di questa nuova minaccia e guadagnare così un’ingente somma di denaro. Purtroppo, però, nel trambusto, facendo rientro a casa sua, Taishi scopre che al villaggio è stata tesa un’imboscata e che sua sorella è rimasta gravemente ferita. Nella speranza di salvarla quest’ultimo ricorre ad un potere in sé insito, nascosto, capace di teletrasportarlo all’interno dell’Elysium (una sorta di portale sospeso tra la vita e la morte), alimentando così i sospetti circa la sua identità da parte della corte reale.
All’interno dell’Elysium questi cerca invano di salvare sua sorella dalle grinfie della morte con un disperato tentativo ma riuscendovi solo in parte, relegando così la sua anima ad un tronco di legno (Full Metal Alchemist vi dice nulla?). Insomma, una trama non tra le più originali ma di sicuro impatto che, grazie al suo ritmo, vi rapirà in maniera repentina senza più lasciarvi andare per tutta la sua durata (che si attesta sulle circa 20-25 ore).
Il gameplay di Xuan-Yuan Sword VII
E arriviamo così a parlare del gameplay di Xuan-Yuan Sword VII, sorprendentemente divertente e discretamente stratificato. Come accennato poc’anzi, infatti, la direzione presa dalla serie con la nascita del sesto episodio ha visto virare tutta l’azione verso una formula più immediata, di stampo più classico, abbandonando così quella dei combattimenti a turni. Questo, ora, ricorda molto più da vicino ciò che abbiamo imparato ad amare (o ad odiare), nei vari souls-like ed affini, con una mappatura dei tasti altrettanto simile che vedrà i dorsali utilizzati per l’attacco leggero e la parata, il grilletto destro per quelli pesanti, quello sinistro per l’attivazione delle abilità e così via. Insomma, qualcosa che già conosciamo e con cui ci sentiremo subito a casa.
Sarà infatti possibile agganciare i nemici grazie alla pressione dell’analogico destro, utilizzare vari oggetti appositamente riposti negli slot dedicati grazie all’uso del D-pad e far intervenire in battaglia gli alleati presenti nel proprio party in maniera simile a quanto visto in God of War con Atreus. Questi ultimi agiranno sempre di loro iniziativa ed in maniera del tutto autonoma (no, non potrete prenderne il controllo), salvo per i casi descritti prima, ove, una volta utilizzata una delle loro abilità, bisognerà attendere alcuni minuti prima che quest’ultima si ripristini. Non potrete abusarne, dunque, esattamente come non potrete gettarvi a capofitto in ogni battaglia senza ragionare quel minimo che serve per capire come sconfiggere l’avversario di turno, tenendo sempre sotto controllo l’indicatore della salute e della stamina.
Un sistema indubbiamente appagante, forse a volte un po’ sbilanciato e tendente al facile (specie nelle fasi iniziali in cui appare tutto abbastanza semplice) ma che resta sempre funzionale al contesto e diverte in più di un’occasione (anche grazie all’inserimento di alcuni quick time event e finish). Quello che forse andava rivisto ulteriormente è il feedback dei colpi, non sempre preciso e a tratti, forse, un tantino troppo leggero per dare la sensazione che questi stiano davvero andando a fondo nella carne nemica.
Addentrandosi invece nel menu di gioco troviamo tutta quella parte dedita alla crescita del proprio team, con il classico albero delle abilità da sbloccare mano a mano che si guadagnano punti esperienza e la voce relativa all’equipaggiamento che decidiamo di voler fare indossare ai nostri eroi. Potremo inoltre dedicarci a potenziare le varie voci presenti nel menu Elysium, una trovata davvero interessante che ci permette di costruire e infine potenziare vari portali dove poter utilizzare l’alchimia (mescolando i vari materiali trovati in giro), e molto, molto altro. Preferisco comunque lasciare a voi le eventuali sorprese che questa riserva.
Grafica e sonoro, son oro
Ciò che più mi ha entusiasmato di questa avventura piombatami addosso così, dal nulla, come un fulmine a ciel sereno, non è tanto la mole di poligoni che la produzione muove a schermo, tutt’altro. È la direzione artistica ad avermi lasciato di sasso, vero fiore all’occhiello di Xuan-Yuan Sword VII. Una direzione artistica come se ne vedono di rado, che grazie anche ad un ottimo accompagnamento musicale (recuperatevi la OST e ne riparliamo), riesce a coinvolgervi a tutto tondo, facendovi chiudere anche tutti e due gli occhi sui limiti produttivi di cui questo gioco è afflitto. Difatti, seppur le espressioni facciali dei protagonisti non si avvicinano minimamente nemmeno a quelle di Shenmue III (così, citando il primo che mi passa in mente), e che la grafica in sé persino se settata su ultra non sia sempre pulita, priva di aliasing o di altre imprecisioni varie, l’atmosfera vi garantirà sempre quella sensazione godibile che spesso ad altri manca.
Il titolo regala davvero scorci memorabili in alcuni frangenti e un qualsivoglia amante dell’oriente, nonché del suo contesto storico, non potrà non esaltarsi a tal punto da innamorarsene. Anche se parliamo di una struttura più vicina a quella di un metroidvania e non certamente di un open world, i panorami e la differenza tra i vari paesaggi c’è, è ben presente e non stanca mai. Davvero un ottimo lavoro in tal senso che non può e non deve assolutamente lasciare indifferenti (e ve lo dice uno che dopo aver giocato Ghost of Tsushima ora fa fatica ad apprezzare altro, se non ben realizzato).
Considerazioni finali
Xuan-Yuan Sword VII, devo ammetterlo, è riuscito a colpirmi in maniera davvero positiva nonostante tutto, lenendomi nei miei lati più sensibili e reconditi. Difficile che io mi lasci trasportare così, se non con qualcosa che già ho adocchiato da diverso tempo e ritengo sia nelle mie corde, eppure… Eppure esistono casi, sorprese vere e proprie come questa. Un gioco che non saprei dove collocare precisamente in questo momento, ma che non merita di essere ignorato, anzi… tutt’altro. Come diamine ho fatto io, piuttosto, ad ignorarlo sino ad ora? E non parlo solo di questo capitolo, ma dell’intera serie. Perché va bene che l’opera sia doppiata esclusivamente in cinese e coreano, sottotitolata solo ed altrettanto in inglese, ma a questo punto vale la pena provare a fare una sorta di “backtracking” per quanto riguarda anche i capostipiti.
La qualità c’è, ad ogni modo, e la si percepisce (non per niente viene definito il Final Fantasy cinese). Pertanto vorrei capire come questa saga si sia evoluta nel tempo, non soffermandomi solo a quello che ho potuto trovare in rete documentandomi e basta. Vorrei tastare con mano la crescita di questo brand e assaporare le differenze che hanno portato Xuan-Yuan Sword a diventare quello che è oggi. Un gioco che, visto anche il modico prezzo a cui lo si può reperire, vale la pena provare. Un gioco che, sono sicuro, saprà fare la felicità di molti e magari farvi scendere anche una lacrima in più di qualche occasione.
Questo è ciò che mi sento di dirvi.
VOTO: 7,8
CONCLUSIONI
Xuan-Yuan Sword VII mi ha rapito e trasportato nel suo mondo sin dalle prime battute, grazie ad una trama ben narrata e dal ritmo costante (seppur non originalissima). I limiti tecnici di una produzione chiaramente a basso costo, devo dire, non hanno minato assolutamente l’esperienza in sé, regalandomi diverse ore di puro intrattenimento. Il comparto artistico è poi qualcosa di meraviglioso e, insieme alle musiche, contribuisce in modo deciso a trasportarvi all’interno di questo mondo fantasy. Sicuramente un gioco non per tutti (i sottotitoli sono solo in inglese) e per cui è impossibile non denotare dei limiti evidenti, ma che sarebbe un peccato lasciarsi sfuggire. Specie al modico prezzo per cui lo si può acquistare.
“Non vuoi niente. Non credi in niente. Il futuro è il tempo che ti rimane prima di finire un videogioco. Non credi nella vita dopo la morte e hai poca fiducia nella vita in generale. L’unica cosa che sai per certo è che non vuoi le stesse cose dei tuoi genitori.”