Il menù indie di Isma #1 – Fuoco a 8 bit
Considerando che la domenica sia solitamente un giorno di riposo (non per me, da diverso tempo), ho voluto ideare questa leggera rubrica adatta (si spera) a coloro che cercano qualche gioco indie carino con cui passare un po’ di tempo, senza spendere troppo. Ma soprattutto per puntare la luce dei riflettori su titoli non troppo considerati. Da questo nasce l’idea de “Il menù indie di Isma“. Quest’oggi diamo il via alle danze con il primo episodio, dedicato alle seguenti produzioni: Venture Kid, Biolab Wars e Xeodrifter. L’appuntamento sarà bisettimanale e riguarderà per la maggior parte gli indie su Nintendo Switch (questo non esclude però le altre console), la piattaforma ideale per i giochi indipendenti grazie alla versatilità di cui si avvale.
Inizio subito col dirvi che questi tre giochi li trovate rispettivamente al prezzo di 10,00€ (Venture Kid e Xeodrifter) e 2,00€ (Biolab Wars). Spesso finiscono però scontati a 0,99€ o poco più (quanto li ho pagati io); trovate infatti Biolab a 1,01€. Non che novantanove centesimi di risparmio facciano la differenza, ma se siete soliti sfruttare i punti oro di Nintendo Switch, il discorso cambia. Questo è un altro motivo per cui la maggior parte delle volte verranno consigliati indie per la console ibrida della grande N: se accumulate molti punti e diversi giochi vanno in offerta a due spicci potrete prenderli spendendo soltanto i punti oro (non si guadagnano facilmente, ma è pur sempre un modo per risparmiare qualcosina).
Veniamo quindi agli indie di oggi: Venture Kid è sicuramente il piatto forte del menù del giorno. Si tratta di un titolo che prende senza dubbio come fonte di ispirazione i Rockman (Mega Man) classici di Capcom, riuscendo però a imbastire una tipologia di gameplay e game design tutta sua. A differenza della serie con protagonista il mitico Blue Bomber, Venture Kid garantisce un feeling nei movimenti molto più reattivo, risultando così decisamente più dinamico e frenetico. Bisogna affrontare nove stage e ognuno di questi nasconde delle aree segrete; mano a mano che si avanza il nostro protagonista ottiene dei potenziamenti che gli torneranno utili nel proseguimento del gioco, ma anche per rigiocare i livelli già affrontati per scovare quanto perso in precedenza. Il titolo presenta musiche accattivanti, uno stile grafico tipico del periodo 8 bit e fa buon utilizzo dei colori. Esteticamente risulta molto semplice, ma allo stesso tempo delizioso e non mancheranno graziose cutscene ad arricchire il tutto. Difficile, ma non in maniera esasperante, e davvero tanto divertente da giocare. Più si avanza, più il gameplay offre strumenti che vanno ad arricchire l’esperienza di gioco e le possibilità di approccio. Non mancano poi modalità aggiuntive tra cui Sopravvivenza, dove avremo tutto l’arsenale già sbloccato e dovremo resistere il più a lungo possibile, e una da sbloccare. Venture Kid è un indie che consiglierei anche al prezzo pieno di 10,00€, ma se non avete fretta mettetelo in wishlist che di sicuro quanto prima finirà nuovamente in offerta ad un euro. E vale tutti i soldi spesi.
Il secondo indie è Biolab Wars. Se Venture Kid si ispira ai classici Rockman, Biolab si rifà ai vecchi Contra della compianta Konami. L’impatto è proprio lo stesso, e se da un lato denota forse una mancanza di originalità, dall’altro ci fa subito sentire a casa. D’altronde altro non è che un omaggio ad una delle celebri IP targata Konami; considerando la carenza di nuovi capitoli (Rogue Corps non esiste) non dispiace affatto avere un clone paro paro a due spicci (nel vero senso della parola). Di certo se volete un Contra-like di tutt’altra caratura, potrei consigliarvi di guardare il notevole Blazing Chrome (presente anch’esso su Switch), ma in rapporto qualità-prezzo il buon Biolab Wars sa comunque il fatto suo: la colonna sonora è davvero adrenalinica, nonché l’elemento più riuscito della produzione; questo non significa che il resto sia da buttare (tutt’altro). Il gameplay è tutto sommato coinvolgente e il gioco regala anche momenti di spicco, mentre dal punto di vista grafico ritroviamo un lavoro che non osa di certo, ma comunque di buon impatto. Per un euro o due, ne vale assolutamente la pena.
Passiamo infine a Xeodrifter, un indie davvero carino e con tante idee interessanti. Un vero metroidvania in miniatura. Perché lo definisco così? Semplicemente perché, nonostante il suo valore, sembra quasi più una grossa demo di ciò che sarebbe potuto essere realmente se avesse contato su di uno sviluppo più certosino. Le idee ci sono, idem tante belle trovate, tuttavia si poteva fare di più. Vi chiederete come mai lo sto consigliando lo stesso, allora; diciamo che lo ritengono nell’insieme comunque una bella esperienza, molto piacevole da giocare. La particolarità di dover passare nello sfondo per superare sezioni specifiche, unita ad altri elementi di spicco me lo portano a tenere ugualmente in considerazione. Non a prezzo pieno, però. Ecco, Xeodrifter l’ho pagato un euro quand’è finito in sconto alcuni mesi fa. Per il suo prezzo di listino potete trovare sicuramente di meglio, ma a poco più di un caffè ne vale la pena. Niente di eclatante, ma comunque intriso da un certo fascino. Sarà lo stile di gioco, il retrogusto 8 bit… insomma, tenetelo d’occhio nel caso finisse di nuovo in offerta.
Inutile dirvi che tutti e tre i titoli si sposano in maniera pressoché perfetta in portatile. Per certi versi forse è addirittura meglio giocarli in questo modo. Tra l’altro, escluso Xeodrifter, sia Biolab Wars che Venture Kid li trovate solo su Switch e PC. Io non riuscirei a consigliarveli altrove se non sull’ibrida piattaforma Nintendo, onestamente.
Siamo quindi giunti alla fine di questo primo appuntamento con Il menù indie di Isma. Fatemi sapere se avete già giocato questi titoli o se in qualche modo vi hanno incuriosito. Noi ci risentiamo tra due settimane con il secondo episodio. Mi raccomando, non mancate! E restate sintonizzati sulle nostre pagine, la prossima domenica non resterete comunque a bocca asciutta.
Appassionato di videogiochi sin da piccolo, al punto tale da portarlo nel tempo a scrivere per circa dieci anni per il settore videoludico. Dopo aver lasciato tutte le testate per le quali scriveva, eccolo intraprendere una nuova avventura sulle pagine di Pushbutton.it, piccola realtà nata dalla sua mente e quella di due grandi compagni di viaggio, nonché cari amici: Gennaro Schiavelli e Antonio Rodo. Retrogamer incallito e musicista, ama la pizza e la cultura nipponica ed è pronto a raccontarvi e condividere tutto quello che gli passa per la testa.