Watch Dogs: Legion – Recensione: il complotto della 5G
Diversi giorni fa abbiamo approfondito l’evoluzione dell’hacking della saga di Watch Dogs e abbiamo esplorato le diverse meccaniche di gioco che hanno contraddistinto ogni capitolo della serie Ubisoft per accogliere a braccia aperte Watch Dogs: Legion. La nuova iterazione londinese si è presentata con le grandi promesse di rappresentare la tanto decantata rivoluzione del brand, inscenando una campagna marketing che ha saputo attirare l’attenzione anche dei più scettici. Dopotutto siamo nell’era della nuova Ubisoft, una compagnia che negli ultimi anni è sempre scesa in prima linea nei temi che riguardano la società moderna, cercando di non schierarsi politicamente seppur, in un The Division 2, si è lasciata scappare qualche strascico di schieramento. Nessun problema a riguardo, ma ciò vuole anche sottolineare come alla fine i videogiochi, specie se ispirati alla nostra realtà, non sono poi così estranei a ciò che succede nel mondo.
E non a caso, Watch Dogs: Legion è ambientato in una Londra distopica post-brexit, i cui attacchi terroristici hanno permesso ad un’agenzia di sicurezza privata di nome Albion di assumere il comando dettando un regime quasi dittatoriale. Da questo evento, per pura conseguenza, scatena la rivolta del gruppo hacker noto come Dedsec, che abbiamo imparato a conoscere di sfuggita nelle precedenti iterazioni della saga. Dopo aver concluso la storia ed esplorato in maniera approfondita i contenuti secondari del titolo, possiamo finalmente parlarvi di Watch Dogs: Legion in una nuova recensione, grazie soprattutto ad una copia promozionale gentilmente fornita da Ubisoft. Pronti per la rivoluzione?
Watch Dogs Legion: è tutto un complotto della 5G!
Dopo un susseguirsi di attacchi terroristici, Londra finisce nelle mani di una forza militare privata nota come Albion; grazie alle tecnologie avanzate della Blume, offre misure di sicurezza avanzate alla capitale britannica, sfruttando droni, intelligenze artificiali, uomini sul campo e molto altro ancora. Nonostante dietro agli eventi sconvolgenti si celi un’identità misteriosa che si firma come Zero-Day, gli attivisti del DedSec sono stati presi di mira come unici responsabili degli attacchi, merito anche di una propaganda pilotata dalla stessa Albion. Viene dunque instaurato un regime dittatoriale, laddove le forze di polizia sono state smantellate per dare pieni poteri a Nigel Cass che ambisce a prendere il completo controllo della città con i suoi droni. Una personalità che può contare su potenti alleati infiltrati ovunque e che non conosce alcuna scrupolosità nel raggiungimento del suo obiettivo. E in tutto ciò, il DedSec è obbligato a scagionarsi dalle accuse infondate; per questo vediamo una netta trasformazione del noto gruppo di hacker che da entità che agiscono nell’ombra diventano la nuova voce del popolo, con l’obiettivo di smascherare il complotto ordito per distruggere l’ultimo baluardo della democrazia inglese.
Per affrontare questa nuova minaccia, il DedSec potrà contare sull’aiuto di ogni cittadino pronto a sostenere la causa, servendosi degli attivisti reclutati in giro per la città. Cade dunque il mito del protagonista per offrire al giocatore un’esperienza completamente diversa dai suoi predecessori, basando la narrazione in uno scontro tra il Dedsec ed Albion, due fazioni che sembrano raccontarci degli eventi molto simili alla storia dell’uomo in era moderna, come dei ribelli che combattono il dittatore di turno. Ed effettivamente è questo ciò che viviamo in Watch Dogs: Legion: una reinterpretazione in chiave futuristica dei regimi che sono crollati dinanzi alla potenza del popolo, lanciando un’improbabile frecciatina a diverse situazioni attualmente in corso in diversi paesi del mondo. Eppure, dietro una tematica politica così importante, vi si cela purtroppo una trama quasi scialba, priva di mordente, incapace di rendersi interessante fino al raggiungimento dei titoli di coda, rimanendo purtroppo in disparte di fronte ai netti miglioramenti apportati al gameplay. Nonostante l’idea di affidarsi a personaggi giocabili multipli sia una delle principali novità ed elemento migliore che rappresenta la nuova produzione Ubisoft, la mancanza di un personaggio punto di riferimento si fa sentire maniacalmente, tant’è che sentiamo di premiare l’interpretazione originale di Bagley, nonché l’intelligenza artificiale utilizzata dal DedSec. Essa si conferma come un’ottima spalla nella coralità narrativa di Legion, riuscendo ad oscurare la mancanza di una caratterizzazione accurata dei comprimari fissi, così come le nostre nemesi, che rimangono una semplice macchietta della Ubisoft dei grandi villain. La main quest non ci riserva infatti grosse sorprese, e commette parte delle ingenuità compiute con Watch Dogs 2, presentando una visione stereotipata dell’hacker, seppur Londra riesca ad apportare una maggiore raffinatezza nella caratterizzazione dei personaggi arruolati nel DedSec.
La sindrome di The Phantom Pain
Metal Gear Solid V: The Phantom Pain fu una delle opere più controverse dell’attuale generazione, ma uno dei problemi che caratterizzava la produzione di Hideo Kojima fu la ripetitività delle missioni. Ci spieghiamo meglio: non fu la varietà delle suddette ad essere principalmente in difetto, bensì le ubicazioni degli obiettivi; elementi che tendevano a ripetersi, focalizzando la vasta mappa aperta nei soliti luoghi. Ed è la stessa sindrome sofferta da Watch Dogs: Legion. Saranno infatti le missioni principali a svolgersi più volte nei luoghi già visitati in precedenza e, sistematicamente, si avvertirà anche una certa monotonia nelle azioni da compiere, peccando pure nella varietà. Spesso e volentieri ci ritroveremo intere missioni in cui dovremo intraprendere delle indagini sfruttando delle ricostruzioni in realtà aumentata, oppure portare a termine dei banalissimi hacking di sistema e darsela a gambe elevate per uscire dalla zona in cui l’accesso è vietato. Il frammentato svolgimento della trama, divisa in macro capitoli laddove il giocatore vivrà diverse storie e situazioni i cui nodi verranno al pettine solamente nelle battute finali, si riduce a delle rivelazioni alquanto scontate, privandoci di qualsiasi sorpresa nei momenti clou della storia.
Anche i personaggi coinvolti risultano tutt’altro che memorabili, a partire dalla figura di Nigel Cass, un’identità dalla caratterizzazione fin troppo marginale, il quale non riesce a tenere testa al ruolo di nemesi principale, così come Zero-Day, le cui azioni sono mosse da motivazioni decisamente futili. Sicuramente, ciò che intrattiene nella trama di Watch Dogs: Legion è tutta l’indagine messa in atto per scoprire chi si celi dietro agli attentati, alla quale si uniscono le svariate missioni secondarie sbloccabili durante il corso della storia. Perciò, anche una volta passati i titoli di coda, il giocatore avrà modo di intrattenersi in quella Londra così futuristica quanto distopica con storie e contenuti secondari.
Londra, quanto mi sei mancata!
Dopo Chicago e San Francisco nei primi due capitoli, e New York e Washington D.C nella serie di The Division, Ubisoft ci mostra ancora una volta come ricostruire perfettamente una grande città all’interno di un videogioco. Ci pensò in passato Sony London Studio con la serie The Gateaway, dove la capitale britannica venne ritratta perfettamente con estremo realismo nelle vicende di Mark Hammond, permettendo di vivere in terza persona una delle più belle metropoli del mondo. In Watch Dogs: Legion abbiamo modo di rivivere la città, ricreata in maniera molto simile all’opera citata poc’anzi, dandole quel tocco futuristico per immedesimarci in quel futuro distopico costruito ad hoc, i cui effetti della post-Brexit hanno iniziato a ripercuotersi sulla nazione. Ritroviamo dunque una Londra futuristica, circondata dalle auto ecologiche, con i taxi guidati dalle intelligenze artificiali che gestiscono l’infrastruttura della città. il lavoro fatto dai ragazzi di Ubisoft Toronto può essere definito eccellente, poiché le atmosfere londinesi sono state ricostruite con una cura maniacale: sarà possibile frequentare i pub, le birrerie, lasciarsi andare con qualche attività secondaria e molto altro ancora, rendendo in questo modo la città più viva che mai, ripercorrendo la strada intrapresa con Watch Dogs 2. Vivere Londra al volante di una vettura elettrica, il cui rombo del motore non si sente minimamente, è di sicuro una gioia per coloro che amano esplorare, seppur il sistema di guida puramente arcade sia rimasto invariato. Sebbene la versione PlayStation 4 non disponga di tutti gli accorgimenti che verranno apportati sulle nuove console net-gen, al colpo d’occhio la città riesce comunque ad esaltarci, nonostante alcune magagne che vedremo tra poco. Londra all’inizio sarà divisa in diversi quartieri gestiti da Albion, ma con la rivoluzione in atto sarà necessario liberare la città dalle forze militari private per restituire un po’ di democrazia nella capitale. Ciò avviene attraverso attività secondarie come la liberazione di un ostaggio, la manomissione di un terminale o la raccolta di prove schiaccianti, per poi capitolare in una missione secondaria che libererà definitivamente il quartiere desiderato. Liberando le varie zone si avrà accesso ad abilità ed attivisti speciali, oltre ad avere finalmente tutti i collezionabili segnati sulla mappa
Un DedSec partigiano
La peculiarità di Watch Dogs: Legion è una lama a doppio taglio: con l’assenza di un protagonista fisso, la trama ne ha risentito negativamente, soprattutto per quanto concerne la caratterizzazione dei personaggi secondari. Eppure, il sistema degli attivisti che ci ricorda vagamente il “Nemesis System” della Terra di Mezzo, è una delle migliori feature della saga di Watch Dogs. Questo perché il titolo permette al giocatore di reclutare un cittadino qualsiasi tra le fila degli attivisti del DedSec, delineando un profilo unico su abilità ed equipaggiamenti in dotazione. Ogni cittadino ricopre un ruolo diverso e questo delinea non soltanto la sua personalità, ma anche le capacità in quanto hacker provetto. Questo sistema prevede due semplici passaggi: si inizia con l’approccio al cittadino, chiedendogli se vuole unirsi alla causa, dopodiché sbloccheremo una missione secondaria incaricata dalla nuova recluta; un gesto che aiuterà sicuramente a convincere il cittadino mirato a schierarsi dalla vostra parte. Spesso e volentieri queste missioni di reclutamento richiederanno l’hacking di un terminale o l’eliminazione di alcuni obiettivi; vi è tuttavia anche un sistema morale che potrebbe impedirvi o meno di assumere un nuovo attivista, questo perché il team di sviluppo ha curato nei minimi dettagli i legami di ciascun cittadino ed attivista. Capiterà a volte di trovare per strada un parente, un amico o il partner di una vostra recluta, ed essi avranno maggiori possibilità di entrar a far parte del DedSec. Reclutare ogni persona possibile sarà sicuramente una buona strategia, ma in fin dei conti, ciò che ha veramente importanza sono le capacità di ogni attivista. Se per esempio recluteremo un soldato della Albion, grazie ad esso potremo accedere alle aree di sicurezza totalmente indisturbati, a patto che si indossi la divisa. Dunque, questo sistema non solo offre un’infinitesima varietà su chi potremo impersonare durante la liberazione di Londra, ma fornisce spunti interessanti sul gameplay che altrimenti rimarrebbe completamente invariato rispetto alle sue passate iterazioni.
Una nuova frontiera per l’hacking? Non proprio…
Come abbiamo ribadito già più volte, ad ogni iterazione di Watch Dogs si è succeduta anche l’evoluzione del sistema di hacking, e tale evento non è mancato neppure in Watch Dogs: Legion, ma le migliorie apportate non ci sono apparse poi così sensazionali. Questo perché non troviamo nuove meccaniche per tale sistema, se non un netto miglioramento di quelle già esistenti. Possiamo utilizzare ed hackerare droni di vario tipo, con la differenza che potremo compiere degli hacking specifici con il loro ausilio, oppure neutralizzare i nemici con disturbi elettronici o trappole ambientali. Non cambia neppure l’hacking delle auto, utile per sfuggire agli inseguimenti più efferati, e restano invariati i bypass dei sistema di sicurezza. Legion fa però un utilizzo maggiore dei droni per ovviare agli ostacoli che separano il nostro attivista dall’obiettivo, e l’introduzione della realtà aumentata rende le indagini più interessanti. A grandi linee non troviamo dunque sostanziali differenze in quello che potremo fare per le strade di Londra rispetto al passato, se non prendere il controllo di qualsiasi drone della città grazie anche al potenziamento della tecnologia in dotazione, strutturato su una scacchiera di potenziamenti sbloccabili su più livelli. Se non altro, i droni cargo sono un ottimo mezzo per esplorare la città da un’altra prospettiva, ammirando le bellezze monumentali ed architettoniche della capitale dall’alto.
Al sistema di hacking però si alternano degli equipaggiamenti speciali in dotazione di ciascun attivista: un operaio edile per esempio utilizzerà una sparachiodi o una chiave inglese, mentre una spia avrà una pistola silenziata ed un orologio speciale che permette di neutralizzare le armi dei nemici, a seconda del ruolo dell’attivista cambiano gli equipaggiamenti unici e talvolta, un attivista può possedere addirittura un proprio mezzo con cui spostarsi, che sia un drone, una macchina od una moto. Dunque seppur il sistema di hacking non sia migliorato in maniera significativa, il sistema degli attivisti però è un piccolo gioiellino di proceduralità, delineando dei personaggi sempre più diversi ed unici: ogni vita in gioco ha il suo peso nel gameplay. E menzionando le armi in dotazione, il sistema di shooting non vede grossi miglioramenti, rimane puramente arcade, semplice e qualche volta fin troppo deleterio, tanto da neutralizzare soldati e boss in un battito di ciglia. Il sistema di parkour invece è stato completamente soppresso, in favore ad una mobilità più realistica che si adatta al personaggio in utilizzo: un personaggio di età avanzata, fisicamente impacciato non scavalcherà gli ostacoli come un io virtuale più atletico.
Sognando la next-gen
Non è un segreto che Watch Dogs: Legion complessivamente girerà in maniera differente sulle nuove console, tra tecnologie ray tracing, risoluzioni 4K e frame rate più fluido, l’esperienza di gioco riceverà un netto miglioramento. Ma come gira su current-gen e nello specifico su PlayStation 4? L’ultima fatica di Ubisoft Toronto è un prodotto che affanna, nonostante i trenta fotogrammi per secondo stabili, il caricamento delle texture risulta complessivamente lento in determinate situazioni. Abbiamo riscontrato più volte un ritardo nello spawn di nemici ed interazioni con l’ambiente, lasciandoci in balia di un fuoco incrociato davvero inaspettato. Come se non bastasse, diversi bug legati all’intelligenza artificiale rendono l’esperienza piuttosto altalenante, nonostante non sia un avversario così formidabile che possa darvi qualche pensiero durante gli scontri a fuoco. Abbiamo riscontrato qualche perplessità nelle animazioni, tra cui il celeberrimo salto della fede che occasionalmente vi troverete ad eseguire, mentre nell’impatto con l’acqua, il motore fisico non genera alcuno schizzo come logicamente bisognerebbe aspettarsi. Quanto al sistema di illuminazione, Londra la sera è incredibilmente suggestiva, e non stentiamo a credere come il ray tracing saprà veramente fare la differenza sulla visione d’insieme; dopotutto la lucentezza e cromatura delle carrozzerie mostra qualche accenno di potenzialità grafiche, al netto di continue texture che faticano a caricarsi. Ci sentiamo di spezzare una lancia a favore del doppiaggio originale, che abbiamo potuto scegliere per immedesimarci in quel di Londra, e tutto ciò che ne esce è una buona interpretazione, che accenna – ma non troppo – il fatidico accento inglese, mescolando ovviamente le varie etnie dei personaggi in utilizzo. Quanto concerne la colonna sonora, nei nostri viaggi in auto avremo il piacere di ascoltare brani a noi familiari, di cui non vi riveleremo alcun titolo per riservarvi qualche sorpresa.
VOTO: 7.5
CONCLUSIONI
Nonostante tutti i buoni presupposti, Watch Dogs: Legion non ha soddisfatto tutte le nostre aspettative nutrite nei mesi antecedenti al lancio ufficiale. Tuttavia, il sistema degli attivisti e la loro applicazione al gameplay, rimane la portata principale e migliore del nuovo capitolo sviluppato da Ubisoft Toronto, attingendo ad un sistema procedurale davvero convincente. Al netto di una trama fin troppo secondaria – o di contorno –, Londra è una città magnifica da visitare sia nella realtà che nei videogiochi, e non possiamo negarvi che esplorarla ci ha un pelino emozionati. Infine vengono a galla i problemi del cross-gen, i cui difetti tecnici sicuramente verranno curati sulle console di nuova generazione, mentre l’utenza che tuttora non può accedere alle piattaforme in arrivo, dovrà attendere qualche patch correttiva ed accontentarsi di ciò che troverà finché nel suo salotto non vi sarà una Xbox Series X od una PlayStation 5, oppure – perché no? – entrambe.
Appassionato di videogiochi, manga e anime, si interessa principalmente al panorama videoludico orientale, appassionandosi agli JRPG e non solo. Si destreggia in qualsiasi genere videoludico, osservando con interesse anche i titoli indipendenti, con l’obiettivo di entrare in contatto con tutte le sfumature possibili del videogioco.