Heart of Darkness – #ricordivideoludici
Uno spaccato di vita su Heart of Darkness
Heart of Darkness è uno di quei titoli che, volente o nolente, ti resta impresso per sempre. La sua semplicità narrativa unita a quei meravigliosi sprite pixellosi (capaci di prendere vita sugli altrettanto meravigliosi sfondi pre-renderizzati), sono una di quelle cose che non vedi sempre. Vero, forse in un recente passato è capitato, ma non con la stessa naturalezza e capacità del titolo targato Infogrames (aaaah quanti feels che ritornano alla mente con l’iconico logo), realizzato dal visionario Éric Chahi, l’autore di Another World.
Ricordo ancora oggi il mio primo approccio con il gioco su PlayStation. Un gioco che ha saputo trascinarmi per diverse ore prima di scoprire che vi era una seconda parte, su un secondo CD-ROM, di cui io non ne ero a conoscenza. Difatti, essendo all’epoca poco più di un bambino cresciutello, noleggiai il titolo in questione insieme a mia cugina, piuttosto che acquistarlo. Sapete com’è: non ci so soldi ora che lavoro, figuratevi a quei tempi dove non avevo manco ‘na mezza paghetta.
Ma tant’è.
Ci vollero anni (laddove ci misi giusto un giorno o poco più a terminare la prima parte) per scoprire come si sarebbero concluse le avventure di Andy e del suo fidato cagnolino Whiskey, poiché recuperai solo in seguito la versione completa di Heart of Darkness. Purtroppo lo stesso negoziante, all’epoca, era provvisto del solo CD-1 (non chiedetemi perché) e fu solo grazie ad una confezione di cerali Kellog’s che recuperai la versione completa su PC. Sì, avete capito bene. Era consuetudine a quei tempi trovare come regalo, all’interno di merendine, cereali, patatine e chissà cos’altro, videogame di un certo calibro, tanto come alcuni pensati appositamente.
Fu una gioia immensa riprendere in mano quel titolo mai dimenticato e portarlo a compimento per la prima volta dopo anni d’attesa. Peccato forse che, data quest’ultima, alla fine scoprii che era anche un gioco piuttosto breve da completare. Calarsi nel cuore più profondo delle tenebre, però, anche grazie ad un’ironia particolare (tipica dei film di animazione che siamo abituati a vedere oggi come ieri), non poteva essere più entusiasmante. Il ricordo ancora oggi è vivido, indelebile, così come le ombre che dal passato ci perseguitano e che non smettiamo mai di affrontare.
Se proprio un giorno, dovessero chiedermi: Gennaro, ma tu, se dovessi scegliere, di quale titolo vorresti un remake?
Risponderei: mi sembra chiaro, no? Heart of Darkness.
Dopo anni riuscii a recuperare anche la versione PlayStation che potete vedere nella foto poco sopra.
E voi? Qual è stata la vostra esperienza in merito?
Fatecelo sapere attraverso i commenti.
“Non vuoi niente. Non credi in niente. Il futuro è il tempo che ti rimane prima di finire un videogioco. Non credi nella vita dopo la morte e hai poca fiducia nella vita in generale. L’unica cosa che sai per certo è che non vuoi le stesse cose dei tuoi genitori.”